IL III LIVELLO DELLA PROTESTA

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Più di una volta abbiamo reso manifesto il nostro intento: la protesta deve articolarsi in più livelli.

I Livello è la manifestazione vera e propria. Le azioni di piazza, i flash mob…

II Livello è la “norma”, cioè la base programmatica della manifestazione, un testo giuridicamente fondato che costituisca il “perché” degli striscioni, degli slogan, delle urla. Gli ultimi mesi ci hanno permesso di capire che con le attuali forze governative non basta avanzare un diritto.  Le loro spiccate incapacità ci costringono a proporre/opporre la norma, perché se è facile dire “non possiamo” a un docente, non potrà similmente esserlo per la Costituzione. È qui che è emersa la fragilità dei Confederali: tutti chiedono e pochi propongono. Chi lo fa mostra “impotenza giuridica”, non riesce a sfondare “normativamente” il muro del “non si può”. Noi abbiamo lavorato sodo in questo senso.   Abbiamo la “norma”!

III Livello è il “parere autorevole”: la necessità di avallare il nostro testo e la norma con firme autorevoli, costituzionalisti, giuristi di caratura internazionale. Quando questi tre livelli si armonizzano la forza conseguente alla protesta è enorme. Il CDP in questi giorni sta lavorando al III Livello. Bussiamo quotidianamente alla porta di intellettuali della giurisprudenza perché prendano chiaramente una posizione.

Molti chiedono a noi se scenderemo in piazza oggi, se aderiremo alla Manifestazione di Pisa o di Firenze.
Se oggi molti docenti precari sono costretti ad assumere blister di iperico o litri di benzodiazepine è grazie anche alla fragilità e spesso inerzia dei sindacati che evidentemente ancora non hanno capito che la protesta non si consuma solo al I livello.

Detto questo, bene comunque la protesta e la manifestazione, ognuno decida in maniera personale.

Noi non daremo indicazioni.

Coordinamento Docenti Precari della Toscana

FLASH MOB – CDP Toscana

Con il flash mob di oggi i precari della scuola, riuniti in più di 200 nel centro storico di Firenze, lanciano un ultimatum al governo:

“la scuola torni alla scuola”.

La riforma calata dall’alto, che in questi giorni ancora giace incagliata al vaglio del Presidente della Repubblica, costituisce un arbitrario attacco all’autonomia e alla dignità dei docenti. Migliaia di precari infatti, dopo anni di servizio e dopo costosi percorsi abilitanti, sono costretti a rinunciare alla loro professionalità e al loro lavoro contrariamente a quanto espressamente richiesto dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, che ha inequivocabilmente richiesto al Governo italiano di sanare la pratica abusiva della reiterazione dei contratti di supplenza oltre i 36 mesi.  La parola deve tornare ai docenti, ai loro alunni e a tutti quelli che nella scuola vivono e lavorano.

La scuola si costruisce a scuola!

Coordinamento Docenti Precari

 

CARO PRESIDENTE

Caro Presidente Mattarella,

Le scrivo quello che sabato non sono riuscito a dirLe alla stazione Santa Maria Novella di Firenze.

Intanto volevo segnalarLe la triste sorte che molti insegnanti abilitati  subiranno il primo settembre a causa del disegno di legge “la buona scuola”: il licenziamento in tronco.

Sono anch’io un docente “precario” abilitato, con più di dieci anni di servizio nella scuola pubblica. Da mesi, insieme a tantissimi colleghi, continuo a ricercare un dialogo con i promotori di questa legge per far comprendere che l’idea e soprattutto la scelta “propagandistica” di  assumere tutti i precari delle GaE è un grosso errore, oltre che una vera ingiustizia.

Lo scorso 17 marzo eravamo in Piazza  Montecitorio per esprimere la nostra protesta verso questo Disegno di Legge e anche se non dovesse servire a nulla, ci resterà la convinzione di aver fatto la cosa “giusta”.

Intanto desidero illustrarLe la nostra idea di “precario” della scuola, tanto abusato ma poco corrispondente alla realtà.  Se nel corso degli ultimi 10-15 anni alcuni docenti hanno potuto accumulare anni e anni di supplenze, pur non essendo abilitati, è dovuto al fatto che nella scuola pubblica ci sono cattedre vacanti su Classi di Concorso esaurite da tempo nelle Graduatorie ad Esaurimento. Già qui si potrebbe trarre una semplice conclusione oggettiva: “c’è bisogno di loro nella scuola”.  Di contro migliaia di docenti senza alcuna cattedra disponibile verranno messi in ruolo attraverso il piano straordinario di assunzione. NON possiamo definire questi insegnanti dei “precari” della scuola, ma semplicemente aspiranti docenti. Alcuni di loro non sanno neppure cosa sia la scuola oggi, quali siano le problematiche relative alla professione docente, alla didattica per competenze o laboratoriale, il significato  di acronimi come POF, BES e DSA …

La scelta logica sarebbe stata quella di assumere e stabilizzare tutti coloro che adesso lavorano su cattedre vacanti a prescindere dalla graduatoria di riferimento. Solo un mese fa un ex ministro della Pubblica Istruzione aveva dichiarato: “le supplenze annuali sono state 137 mila, di queste 59mila sono da graduatorie ad esaurimento e 78.500 dalla seconda fascia delle graduatorie di istituto.” Dove sono finiti gli altri 79.000 docenti GaE che questo governo vuol stabilizzare?  Il prossimo primo settembre come si farà ad assegnare le cattedre se le graduatorie sono esaurite?

Caro Presidente la risposta è semplice, continueranno a impiegare NOI docenti inseriti nelle Graduatorie d’Istituto così come è avvenuto in passato, quindi paradossalmente, anche per il prossimo anno 10.000 – 30.000 posti saranno offerti a docenti precari da Graduatorie di Istituto. Nulla sarà cambiato: i docenti precari continueranno ad avere incarichi, senza continuità didattica, rimbalzando tra 20 scuole e aspettando ansiosamente una convocazione da settembre in poi. Un’evidente contraddizione d’intenti visto che “la Buona Scuola”  nasce proprio per eliminare quella che gli uomini di questo Governo hanno chiamato la “supplentite”.

I “precari” vivono dove muore la stabilità, quando lo Stato non è in grado di garantire in maniera continuativa a un docente la sua dignitosa cattedra. Il precario è un lavoratore attivo, che presta servizio… non riesco a identificarlo con un docente parcheggiato in graduatoria, che non avendo vinto un concorso possa, per la mancata periodicità dei concorsi stessi, attaccarsi all’idea d’idoneità. La patologia tutta italiana è proprio questa: l’incertezza assoluta della cadenza dei concorsi e la disparità dei posti distribuiti sulle varie classi di concorso. Precari sviliti in ogni frangente della vita scolastica; a partire dalle convocazioni per gli incarichi, strappate agli Uffici territoriali Provinciali e demandate ad anno scolastico abbondantemente cominciato, alla convulsa ricerca degli istituti scolastici stessi.  Per il Governo la soluzione è: Tutte le GaE in ruolo?  Sembra più uno slogan di piazza che la soluzione di un problema endemico di questo Paese. Una settimana fa leggevo l’intervista dell’ex Ministro Carrozza in cui affermava che sarebbe bastato utilizzare il suo programma che prevedeva appunto, per il primo anno, la copertura dei tutti i posti vacanti e disponibili.

Poi c’è la questione più vergognosa di come sono trattati i docenti abilitati e non abilitati delle Graduatorie di Istituto, esclusi del tutto dalle assunzioni, malgrado le promesse fatte già da settembre e successivamente nei vari incontri, convegni e consultazioni in cui ci è stato assicurato: “tutti i posti delle GaE che resteranno rispetto alle 148.000 assunzioni (non uno di meno) saranno attribuite alla G.I. con particolare riferimento alle classi di concorso esaurite in GaE e a coloro che hanno svolto più di 36 mesi di servizio per le scuole statali, anche in ottemperanza alla recente Sentenza della CURIA.  Parliamo di docenti che hanno deciso di dedicare la propria vita a questo lavoro per anni e anni, quando le regole, e quindi anche le prospettive e le aspettative, erano diverse. Dimenticando la storia dei concorsi di questo paese, dove non ci sono mai stati decorsi regolari, sempre finiti con una miriade di ricorsi onerosi in primo luogo per lo Stato, quasi sempre soccombente o per dolo o sfruttamento del precariato. Non vedo perché le cose dovrebbero cambiare improvvisamente. Anche nell’ultimo concorso si è aperta una nuova diatriba legale fra vincitori e idonei, modificata in corso d’opera a luglio 2014 e che ha consentito ad alcuni docenti di entrare in ruolo lo scorso primo settembre mentre altri, se passasse l’articolo della buona scuola, risulterebbero esclusi dal ruolo il prossimo anno. In fondo anche noi subiamo un discriminazione molto simile, infatti pur avendo le stesse caratteristiche dei docenti inseriti in GaE, risulteremmo fuori dal ruolo solo perché abilitati successivamente al 2006, magari con più titoli e servizio.  Molti di questi politici al Governo si giustificano facendo riferimento all’artico 97 della Costituzione che recita: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.” dimenticando appunto l’affermazione:  “SALVO I CASI PREVISTI DALLA LEGGE.” Ma non crede Presidente che sarà più importante il rispetto dell’articolo 3, inserito non a caso nei 12 principi della Carta Costituzionale, sull’uguaglianza di tutti i cittadini italiani.

Le chiedo per concludere, a nome di tanti colleghi nella mia stessa situazione, di adoperarsi affinchè il Governo ascolti il grido che proviene da quasi 80.000 docenti che quest’anno ricoprono incarichi annuali su cattedre vacanti, insegnanti che da anni servono con devozione e passione questo lavoro. Se il Governo ha legittimamente deciso di cambiare le regole, prima di farlo dovrebbe risolvere la questione di tutti questi precari che si trovano, non per loro colpa, nel mezzo di questo cambiamento radicale, evitando loro un’interruzione drammatica (LICENZIAMENTO), per iniziarne un altro che presenta grossissime incognite.

La politica credo non può fare a meno di confrontarsi con la realtà, risolverla e poi ripartire.

Domenico Bruni

docente precario nelle Scuole Pubbliche, con 12 anni di servizio su cattedre esaurite in GaE.

FLASH MOB 020

NON DIRE “NON LO SAPEVO”

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Non dire “non lo sapevo”

In questi giorni negli uffici del MIUR si sta consumando la più grande catastrofe ai danni della scuola che il nostro paese abbia conosciuto. Tutto questo, nelle prossime settimane, cambierà anche la tua vita.

Se vuoi continuare a svolgere questo lavoro è il momento di gridarlo forte!

Noi andremo a dirlo direttamente al Ministro dell’Istruzione il 17 marzo prossimo.

Se saremo in tanti non potranno  far finta di nulla.

Se il prossimo anno lavorerai o meno dipende anche da te e per favore, non dire poi:  “non lo sapevo”…

Il giorno 17 marzo 2015 per permetterci di essere tutti a Roma l’ANIEF ha indetto uno sciopero e in collaborazione con il Mida Precari stanno organizzando un Sit-In davanti a Montecitorio alle ore 14:30.

ll Coordinamento Docenti Precari Toscana aderisce e sappiate che per l’occasione l’ANIEF mette a disposizione un pullman per ogni regione il cui costo sarà coperto dallo stesso sindacato.

Siete pertanto pregati di partecipare tutti PAS TFA1 TFA2 SFP DIPLOMATI MAGISTRALI, quindi tutta la II FASCIA delle Graduatorie d’Istituto e anche la III FASCIA delle Graduatorie d’Istituto.

Tutti dobbiamo lottare insieme per non essere esclusi dalla Riforma “La Buona Scuola” del Governo  Renzi!!!!

Il Coordinamento Docenti Precari Toscana

Sit-in Piazza Montecitorio 17 marzo 2015
Gruppo CDP Toscana a Roma