TABELLA SI, TABELLA NO…

TABELLA SI, TABELLA NO…

Non capirò mai perché ci si debba dividere e “offendere” per un Transitorio che ci metterà tutti in ruolo. Leggiamo di amicizie che saltano e persone che si insultano per qualcosa che dovrebbe unirci e darci una serenità meritata dopo tanti anni di servizio nella scuola pubblica o paritaria.

Tutto nasce dalla bozza presentata alle OO.SS. lunedì 23/10 da parte dei tecnici del MIUR, per avere pareri e condivisione sulle scelte in atto. Nella prossima settimana sarà la volta del parere del CSPI. Come sempre accade in questi casi, stralci e bozze sono iniziate a circolare verso la fine della settimana scorsa anche su alcune testate e commentati da giornalisti in sintonia o facenti parte dei soliti noti. Anche noi abbiamo avuto alcune segnalazioni e parti di bozze. Se dovessi fare un commento personale in tre parole direi: “poteva andare peggio”. Mi spiego meglio. Da quello che era trapelato diverse settimane fa, si prospettava una copia del bando 2016, dal quale comunque si è partiti. Il dialogo però, mai interrotto, ha prodotto una notevole apertura da parte delle istituzioni, dovuta anche agli errori evidenti fatti nel passato. Questo ha determinato alcune correzioni positive compresa quella di valutare, i 60 punti complessivi, attraverso tre sezioni, ciascuna con un punteggio massimo di 30 punti, suddivise nella sezione A per il titolo abilitativo, nella sezione B e C per gli altri titoli e un’ultima sezione D per il servizio. La somma ovviamente non fa sessanta ma novanta. Non c’è un errore. Evidentemente si è scelto di dare l’opportunità a molti di raggiungere questa soglia.  Scelta saggia, non c’è che dire, anche se sempre a vantaggio dei titoli rispetto al servizio. Si sa che i “raccomandati” sono ben rappresentati al MIUR, ma questa è un’altra storia…

Analizzando più in dettaglio le tre sezioni, troviamo una prima iniquità sul titolo di accesso, nelle due sezioni che riguardano la materia e il sostegno. Si è scelto di suddividere i 30 punti della Sezione A dando 15 punti al super bonus per il TFA e i restanti 15 punti in base al voto conseguito. Iniquità dicevamo, non tanto per il bonus in se, già previsto nel dlgs 59/17, ma perché lo si poteva attribuire nella Sezione B degli altri titoli, come è stato fatto per il dottorato. La ragione è presto detta. Potrebbe accadere che un docente con un voto di abilitazione inferiore a 76/100 non prenda nessun punto, così come chi sarà ammesso senza abilitazione, anche se con riserva. Sarebbe bastato attribuire 10 punti all’abilitazione, cioè a tutti gli abilitati e aggiungere un differenziale di 20 punti in base alla valutazione stessa. Il bonus del TFA poteva essere previsto nella seconda sezione degli altri titoli.  Per gli ITP la penalizzazione diventa addirittura doppia per chi non avesse raggiunto il voto di 76/100. Infatti non essendoci docenti abilitati con TFA, il punteggio viene attribuito tutto alla valutazione utilizzando la formula che prevede un moltiplicatore di 6 punti, per cui si arriva con 100/100 a 30 punti.

Nella seconda sezione spiccano indubbiamente i 20 punti assegnati, nella proposta, al dottorato. Effettivamente potrebbero sembrare troppi ma, considerando l’esiguo numero e la probabile mancanza di altri punteggi come il servizio, non troviamo questa supervalutazione poi così scandalosa, come qualcuno sostiene. La scelta invece di non mettere in questa sezione il bonus dei 15 punti attribuiti al superamento delle prove preselettive per il TFA, questa si che ci sembra più mirata e interessata. Intanto perché parte degli abilitati con TFA potrebbe avere anche il dottorato, per cui con il voto arriverebbe già a 50 punti, senza contare né le certificazioni, né gli altri titoli, né il servizio. Per il resto ritroviamo nella bozza tutti gli altri titoli già considerati nel precedente concorso 2016, aumentati ovviamente perché nel 2016 incidevano per 1/2 o 1/3.

Arriviamo così all’ultima sezione in cui si parla di servizio. Anche qui una piccola considerazione personale. Qualcuno sta chiedendo un’ulteriore aumento del bonus TFA in considerazione di quella che loro hanno definito “supervalutazione” del servizio, che dal terzo anno in poi varrà 5 punti. Solo a uno stolto può sfuggire l’astuzia che sta dietro questa subdola argomentazione. Vi faccio una domanda semplice: secondo voi chi è più avvantaggiato da questa ipotesi se con soli 7 anni si raggiunge quasi il massimo del punteggio (2+2+5+5+5+5+5=29)? Chi ha 10-15 anni di servizio o chi ne ha solo 7? Ricordo a questi signori che siamo docenti, mica allocchi.  C’è una novità rispetto al 2016, viene riconosciuto oltre al servizio specifico sulla materia anche quello aspecifico in altra disciplina. In pratica vengono attribuiti 1 punto per i primi due anni e 2,5 punti dal terzo anno in poi. Purtroppo è rimasta la penalizzante espressione “servizio continuativo” che già nel 2016 ha cancellato diversi anni di servizio anche con una interruzione di un giorno. Inoltre avendo previsto nel servizio specifico: “…l’insegnamento prestato su posti di sostegno alle alunne e agli alunni con disabilità è valutato solo nella specifica procedura concorsuale”, per evitare cattive interpretazioni, abbiamo consigliato di aggiungere: “Servizio di insegnamento prestato su altra classe di concorso rispetto a quella per la quale si procede alla valutazione, compreso il sostegno, …”

Queste le nostre considerazioni sulla tabella presentata ai sindacati. Vorrei però aggiungere che negli ultimi due giorni si susseguono prese di posizione e molte polemiche che rischiano sul serio di far saltare tutto. Non capisco proprio chi possa avere interesse affinché tutto si blocchi, di certo non ai precari abilitati che da decenni insegnano nelle scuole pubbliche. Personalmente resto basito. Non dobbiamo dimenticare mai che parliamo di una graduatoria a esaurimento regionale e che tutti entreremo in ruolo nel giro di due o tre anni. Qualcuno ha dimostrato ancora una volta che il proprio orticello conta di più della ricerca del bene comune e della scuola.

Charles Bukowski diceva: “Attenti a quelli che cercano continuamente la folla, da soli non sono nessuno.”

Non dovremmo mai dimenticare che siamo insegnanti ed educatori, intellettuali e cultori del sapere, mica “arrivisti”.

Buon fine settimana a tutti.

Associazione Culturale