E’ un po’ di tempo che aspettavo di togliermi qualche sassolino dalla scarpa. Ho resistito in questi giorni perché aspettavo il tuo orale. Oggi finalmente con il superamento del tuo esame al concorso da Dirigente Scolastico, posso lanciarne qualcuno nella palude di questo periodo piene di ombre.
Intanto fratello ti dico: 93 volte BRAVO!
Ora però, partiamo con i lanci…
Abbiamo subito offese vergognose da chi crede di aver toccato il cielo ed essere stato unto dal Signore, questo solo per aver superato una pre-selettiva. Abbiamo subito attacchi e ingiustizie nella tabella titoli del concorso prima e del Transitorio poi, per la sola colpa di aver servito per più di 10 anni lo STATO. Ci hanno definiti sanati, senza spina dorsale e perfino ignoranti. Bene dopo 10 anni di precariato e uno di PAS a Pisa tu hai dimostrato, dopo aver superato il concorso 2016 il più duro e selettivo di sempre, classificandoti per giunta primo in tutta la Toscana, che dopo soli due anni di ruolo da oggi superando l’orale del concorso con 93/100 sei arrivato al vertice dell’incarico scolastico. Il tuo esempio dimostra che ciascuno è quel che vale, malgrado lo schifo che ci circonda. Grazie amico mio e in bocca al lupo per tutto.
Questa sera festeggerò per te con un bel bicchiere di Chianti Classico, così come facemmo insieme a Roma dopo aver “chiuso” la pratica Transitorio.
Avrei un altro piccolo sassolino…
Premetto che voglio bene al Senatore Mario Pittoni, perché si è battuto in modo instancabile contro tutto e tutti, prendendosi offese gratuite e squallide fino alle minacce da “sedicenti” educatori, solo perché non si condivideva la sua idea. Resta però un fatto, i PAS o TFA hanno un senso se li si riconosce un valore concorsuale, altrimenti torna ad essere il solito raggiro.
Siamo stanchi di trucchi.
Sull’accordo con i sindacati ho trovato utile l’idea del doppio canale, concorso con prova scritta selettiva computer basket e orale senza voto minimo o, in alternativa, il PAS. Consiglierei una prova a risposta chiusa per evitare la discrezionalità delle commissioni che nel 2016 hanno promosso al primo scritto con percentuali bulgare e altre che hanno bocciato tutti, pur svolgendo gli stessi quesiti giudicati con identica griglia. Aver poi messo la lingua e la creatività ha fatto il resto. Per il voto minimo, andando in deroga alla norma, consiglierei 18 per evitare i soliti ricorsi.
Cosa diversa è la bozza per il transitorio bis della primaria infanzia che sta circolando su cui invece avrei seri dubbi. Abbassare gli anni da due a uno lo trovo anacronistico, perché potrebbe corrispondere giusto all’ultimo anno che sono entrati di ruolo. In altre parole i colleghi già in ruolo nelle paritarie che si sono licenziati accettato il ruolo con riserva nel pubblico se lo hanno fatto lo scorso anno non avrebbero il requisito del secondo anno come richiesto dal bando.
Caro Senatore lei ricorderà bene che noi abbiamo sempre chiesto la stabilizzazione dei precari, di coloro cioè che da tanti anni hanno assolto la funzione docente su cattedre per lo Stato. Perché le paritarie e private hanno l’obbligo imposto dalla legge di trasformazione del contratto dopo tre anni. Ecco appunto, i tre anni nascono da questo obbligo, dalla logica delle cose e dalle direttive imposte dall’Europa, così come scritto nella Sentenza Mascolo. Invece sembra di essere alle offerte di un supermercato. Nessuno ha mai chiesto regali, perché sappiamo bene la responsabilità del ruolo che ricopriamo. Inoltre è proprio la mancanza di cattedre con le oltre 100.000 supplenze annuali a segnalare questa evidente esigenza di stabilizzazione che andrebbe peraltro applicata in maniera chirurgica.
Non come ha fatto quell’arraffone del bomba. Oggi che siete al Governo dovreste trovare soluzioni senza illudere nessuno, con il rischio d’intasare la scuola di altri aspiranti, magari per consenso o promesse date. Nella primaria e infanzia, visti i numeri, credo non abbia alcun senso. Altra cosa è la legittima tutela dei magistrali già in ruolo con anno di prova superato, visto l’esiguo numero. Per loro si può e deve trovare una soluzione che salvaguardi i posti ricoperti in ruolo, piuttosto che inventarsi un altro concorso straordinario che allarghi le maglie già fuori controllo. Stabilizzare chi per anni è stato sfruttato credo sia un obbligo a cui lo Stato non può sottrarsi.
Odiatemi pure, ma così è…
Infine non posso che concludere con la cosa che mi ha più ferito qualche giorno fa. Non volevo crederci, eppure l’immagine era eloquente. Il post era di una “vecchia amica” con cui abbiamo condiviso una strada insieme nel CDP, Paola Brandi, che sta per entrare in ruolo grazie al transitorio ottenuto con tanti anni di lotta. Per cui la mia meraviglia è elevata alla potenza.
La prima cosa che ho pensato subito dopo è una scena del film Blade Runner, quando il replicante Roy ( Rutger Hauer) inseguendo Deckard (Harrison Ford) per ucciderlo, mentre gli sta rompendo le dita della mano gli sussurra: “Eri tu quello bravo?”
La scena della sua morte sul grattacielo vale da sola tutta la pellicola.
Quelle parole pronunciate da Roy mi risuonano tutte le volte che leggo una “corbelleria” e purtroppo accade spesso:
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»
Ecco ma se eravate così bravi e super titolati, perché non capite che l’abilitazione e l’immissione in ruolo dei colleghi di terza fascia serve alla scuola? Possibile che non riusciate a fare due più due.
Ovvio che prima ci saranno i colleghi delle Gae e delle GM 2016 e GMRe 2018, poi a seguire i nuovi eventuali abilitati. Il modo per entrare non è così importante. Non è che se noi abbiamo subito un’ingiustizia la devono subire anche gli altri. Per me basta che si “rispetti la fila”, uno dopo l’altro come i vagoni di un treno (cit. Nicola Iannalfo).
Su una cosa però è bene che ci si intenda, ciascuno faccia la propria fila. Non è che si può stare su file diverse, in base alla propria convenienza. Anche perché a pagare sono i colleghi, che si sono stufati di fare “i replicanti”.
Traduco per i meno attenti: “In ogni CdC si seguirà la fila” ma questo non vuol dire che bisogna aspettare che “l’ultimo dei Mohicani” sia in ruolo. Non scherziamo. Abbiamo già subito per stupidità della classe dirigente un’attesa di quindici anni. Anche basta!
Qualcuno dirà: “Hai scoperto l’acqua calda…”
Vi assicuro che molti pensano di bloccare tutto fino a che l’ultimo abilitato sarà entrato in ruolo. Sembra incredibile ma è così.
A costoro consiglierei di tornare sui banchi di scuola insieme agli alunni che pensano di formare.
Mimmo Bruni