IL PASSO DEL GAMBERO…

Non mi sono ancora espresso su un accordo sottoscritto e firmato qualche giorno  fra Ministro e sindacati.  Preferisco aspettare una bozza dettagliata, perché come diceva Nanni nel film Palombella Rossa:    “Le parole sono importanti…”

Faccio solo due considerazioni oltre al giudizio sommario del titolo. Sulla mobilità mi astengo, perché rischierei di usare parole troppo dure, non consone ad un educatore.

Stando alle indiscrezioni la prima novità introdotta  è che le selezioni da una così come prevista dal DLGS 59/17, sono diventate due. Inoltre in entrambe è previsto il voto minimo di 7/10 (non capisco perché si continui a sbagliare, visto che ogni volta con un ricorso al TAR, si farà passare chi ha preso 6/10), voto minimo all’orale 7/10 e graduatoria dei vincitori per i primi 25.000, mentre per i restanti la sola abilitazione. Proprio un salva precari.
Intanto non credo che coloro che hanno tre anni di servizio negli ultimi otto saranno molto più dei posti messi a concorso. Si lo so che c’è qualcuno che crede ancora agli angeli e demoni. Ma nella realtà ci sono sempre e soltanto i NUMERI. Che guarda caso ancora latitano.
Io personalmente avrei fatto una selezione sul servizio, cioè chi ha tre anni sulla disciplina fa l’anno di formazione e prova, con in più i 24 crediti e l’esame finale orale.
Per tutti gli altri avrei applicato ciò che già prevedeva il DLGS 59/17, che era molto meno selettivo di questo, in quanto prevedeva una sola prova selettiva, lo scritto e un orale non selettivo come per il  transitorio del 2018. Inoltre il vecchio Decreto garantiva l’accesso alla GMRe con percentuali graduate negli anni ma per TUTTI.
Il vantaggio è che coloro (pochissimi) che nel corso degli ultimi anni hanno accumulato 3 anni di servizio sulla disciplina lo hanno potuto fare perché ci sono posti liberi in OD per l’esaurimento di tutte le graduatorie: GaE, GM 2016 e in GMRe 2018. Quindi immissione di ruoli su posti vacanti e non numeri da giocare a lotto. Ma si sa che le soluzioni semplici non piacciono, tipo l’apertura delle GaE nel 2014, che avrebbe garantito già da cinque anni più della metà delle supplenze annuali in meno, due concorsi fallimentari e tante ingiustizie.

La seconda considerazione riguarda soprattutto il modo di operare di questa nuova compagine governativa.
Premetto che mi piace molto l’immagine di svecchiamento in atto al ministero. I volti di Fioramonti, Ascani e Azzolina lo rappresentano visivamente, ma non basta. Serve soprattutto un cambiamento nei metodi di analisi e condivisione dei problemi, così come la ricerca di soluzioni condivise.
Soluzioni che devono essere innanzi tutto svincolate dagli interessi dei singoli ma solo rivolte alla soluzione rapida e pratica  dei problemi.

Questo si chiede alla politica, non risposte teoriche per le quali ci sono fior di professori. Aprire dei tavoli e discutere con le parti resta la strategia giusta, anche se mi rendo conto che i problemi da affrontare sono urgenti e il poco tempo di certo non aiuta.

Proviamoci!