Siamo qui a Milano, incontriamo gli amici di sempre, quelli dell’impegno attivo. Peccato non vedere facce nuove, comunque ringraziamo tutti.
Lo so bene che per alcuni nostri colleghi l’idea di organizzare questo convegno, dopo la 107 e dopo il concorso truffa, non aveva molto senso. Ci ripetono spesso nei gruppi che il dialogo è inutile, che sono stanchi e non hanno più voglia di lottare. Ma non possiamo mollare ora, dobbiamo difendere il nostro diritto al lavoro.
Certo, il dialogo è mancato, sia sulla scuola che sulla “controriforma” della Legge Costituzionale. Il nostro giudizio è negativo e il nostro NO alla controriforma resta sincero e convinto. Alcuni ci accusano di votare NO per semplice ritorsione al danno subito.
Per rispondere, scelgo le parole di Calamandrei:
“trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere.”
Difendere la Costituzione attraverso la scuola, garantendo che avvenga questa trasformazione mediante la professionalità di tanti docenti che ogni giorno, in ogni scuola, in ogni aula, cercano di trasmettere ai loro studenti il valore della cittadinanza, per evitare che tornino a essere sudditi di un CAPO.
E’ così che ogni giorno difendiamo la nostra Costituzione.
Siamo contro questa controriforma e le altre approvate da questo governo a colpi di maggioranza, perché sappiamo bene, per averlo provato sulla nostra pelle, cosa sia per loro il cambiamento. Guardiamo la 107, iniziando dal titolo: “la buona scuola”, quasi a prevedere un futuro referendum per poter scrivere sulla scheda elettorale: “volete voi abrogare la buona scuola”. Nessun dialogo e condivisione dei problemi per trovare soluzioni insieme a chi nella scuola opera tutti i giorni. Solo arroganza e ricette già scritte, come lo svuotamento delle GaE, il concorso, l’algoritmo e la mobilità. Risultato? Questo è stato l’inizio scolastico più disastroso degli ultimi 40 anni, dopo che già lo scorso anno pensavamo di aver toccato il fondo. Per non parlare del concorso truffa, costato un’enormità e che malgrado tutto lascerà circa 30.000 cattedre vacanti che resteranno ancora senza docenti di ruolo per chi sa quanti altri anni. Errori su errori, senza un minimo accenno di autocritica, salvo qualche timida ammissione in vista del referendum. Ovviamente tutto dopo il voto referendario, come per la modifica dell’italicum.
La verità è che non si è voluto trovare un accordo. Si è scelto di prendere tutto il banco chiedendo il consenso al popolo con questo costoso referendum che sta dividendo il paese e spaccando al loro interno i partiti. Un’altra buona ragione per votare NO il 4 dicembre, punendo chi ha voluto forzare la mano nella illusoria certezza di un consenso popolare sulla sua leadership, che via via si è persa per strada nel corso dell’ultimo anno.
Questo, caro premier, è un altro grande errore istituzionale, perché per ottenere la legittimazione da parte dei cittadini a governare il nostro Paese ci sono le elezioni politiche. La Carta Costituzionale invece è un bene di tutti, che ci deve unire, non dividere. Soprattutto se tali modifiche NON sono state scritte nelle aule parlamentari, ma attraverso patti segreti chiusi in stanze private. Deve essere un vizio di questo governo, perché è accaduto anche con la scuola quando, attraverso un blitz notturno, è stata riscritta la legge in un unico e interminabile articolo, magari al telefono con l’associazione treellle o fondazione Agnelli. Così è stato per il Jobs Act, il decreto salva banche e lo sblocca Italia, dove le varie intercettazioni telefoniche con i ministeri hanno chiarito bene chi prendeva realmente le decisioni. Dicono che serve per il cambiamento, lo chiede l’Europa e le banche internazionali d’affari. Lo scriveva bene qualche giorno fa Michele Serra: “…dobbiamo rassegnarci, …farcene una ragione, …accettare lo stato delle cose, …non ci sono più speranze, così va il mondo.”
Non lo so, saranno magari i primi capelli bianchi o il rispetto che abbiamo per i valori del passato, o forse perché inguaribili sognatori romantici, ma noi continuiamo a pensare che c’è sempre una speranza o un’alternativa alla rassegnazione, per fare in modo che l’interesse della persona umana venga prima del mercato e del denaro.
Pasolini diceva: ”Non esiste solo il potere, esiste anche un’opposizione al potere.”
Pensiamo che domenica 4 dicembre, non ci sia occasione migliore per opporci a questo potere. Basta votare NO.
Ci restano solo otto giorni per continuare a discutere e convincere chi ci è vicino, famiglie, amici, parenti e tutti coloro che hanno scelto di non andare a votare, per essere certi che, lunedì 5 dicembre, il NO abbia i numeri per fermare questo assalto alla “Nostra Costituzione”.
Qui trovate un ottimo resoconto fatto dagli amici di Betapress, che ringraziamo in primis l’amico Corrado Faletti e la giornalista Antonella Ferrari. http://betapress.it/index.php/2016/11/28/adida-mida-cdp-importante-convegno-per-le-ragioni-del-no/
Domani non dimenticate che al teatro Odeon di Firenze c’é in programma la chiusura di Libertà e Giustizia alle 14:00. Questo è il link:
http://www.libertaegiustizia.it/2016/11/26/firenze-quelli-che-amano-la-costituzione-27-novembre/
La sera infine chiusura con il TrenoTour #IODICONO del Movimento 5 Stelle in Piazza Strozzi a partire dalle 20:00.
Buona domenica di lotta!