Premetto che ieri io e Nicola Iannalfo abbiamo deciso di visitare la tana del lupo…
Alle 19:45, lasciata l’auto davanti al fosso bandito, ci siamo diretti verso l’ex stazione, diventata negli ultimi sei anni il fonte battesimale del potere Renziano. Avevo partecipato con curiosità alla prima nel lontano 2010, nata con l’intento di rifondare una nuova sinistra moderna e rottamare la vecchia classe dirigente, con Pippo Civati, Debora Serracchiani e Matteo Renzi sindaco allora della città.
Lungo la pista ciclabile abbiamo scorto in lontananza un profilo solitario davanti all’ingresso del nuovo Teatro della Musica, l’avrei riconosciuto fra mille quel profilo. Si proprio lei, l’Agnese nazionale, che non so come mai ma è la seconda volta che la incrocio per caso nell’ultimo periodo ed è sempre sola (ma la sicurezza?). Abbiamo scambiato quattro chiacchiere e scherzato un po’ ed è sembrata positiva sul prossimo concorso. Ci siamo salutati e ho immortalato la “gioia” di Nicola di aver tolto per un attimo il posto al premier… In seguito, appena messo piede dentro la stazione Leopolda, ho capito la ragione della scelta di Agnese, meglio un teatro vero da sola, che questa immagine post socialista 2.0.
Come darle torto.
Nicola ha scritto:
Difficile dire cosa sia reale e cosa sia la percezione della realtà. Ieri sera alla Leopolda in maniera spettacolare un’onda d’urto di positività di ottimismo. Inutile negarlo… Renzi ha avuto la capacità di trascinare la politica nei talk show e di teatralizzare la “cosa pubblica”. Ha la capacità di divertire chi vuole divertirsi… fuori dalla Leopolda risparmiatori truffati e disperati gridano sulle macerie della loro vita. Un vecchio con un loden d’altri tempi si frega le mani per resistere al freddo. Due realtà opposte una accanto all’altra. Ma la gente vuole divertirsi e lo spettacolo deve continuare…
Dopo la registrazione entriamo nella nuova cattedrale renziana.
Lo speaker, con tono enfatico annuncia: “viaggiatori dell’aeroporto, iniziate ad allacciare le cinture, fra cinque minuti avrà inizio il volo…”
Siamo sprofondati in un abisso surreale, con un vecchietto dietro di noi entusiasta e urlante come un quindicenne in curva Fiesole al 3 gol rifilato alla Juventus da Rossi. Poi alla domanda del premier in una sala ululante: “c’è in sala un insegnante che il 5 maggio era in piazza a manifestare contro la nostra buona scuola?” Solo in due si sono alzati, io (Nicola era già scappato) e una collega dall’altra parte della sala. Ecco cosa rappresenta la Leopolda, un coro unanime di adepti alla ricerca di un vincente, è l’Italia da bere degli anni ’80, una televendita berlusconiana, promozione pura. Peccato davvero, avevate altri obiettivi e visioni nel 2010. Questa notte non riuscivo ad addormentarmi ripensando alla piramide telematica eretta a Craxi nel 1989 nell’area Ansaldo di Milano dall’architetto Panseca.
Mattinata fredda e nebbiosa, la novità di oggi è che probabilmente dovrei porre una domanda al question time al ministro Giannini, ho avuto su questo rassicurazioni dalla Simona Malpezzi che ha fornito allo Staff il mio telefono, non so l’ora e per non perdere il treno mi reco già la mattina in platea, pagherò cara questa attesa, la foto parla chiaro gonfio in ogni dove. L’idea è quella di fare un paio di domande e qualche precisazione. Inizio a scrivere cercando di essere breve, scrivo e riscrivo la domanda ma sintetizzare 12 anni trascorsi fra banchi e allievi tenuti a freno con il sapere e il piacere della scoperta non è semplice. Ripenso alle tante licenze firmate, alle tante pagelle distribuite negli anni e al fatto che di tutto questo non resterà che un vago ricordo. Cerco di memorizzare la domanda, o almeno ci provo in questa kermesse e malgrado l’età:
“Il mio nome è Mimmo Bruni. Dopo 13 anni di servizio nella scuola pubblica, mi definirei un “precario a tempo indeterminato”. Siamo il risultato della miopia di Governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni. La domanda semplice che vorrei formularle è il perché non avete voluto utilizzare tutte queste professionalità acquisite in tanti anni di servizio, attraverso un semplicissimo piano pluriennale di assunzione, così come scritto nel programma elettorale del 2013, preferendo invece un concorso che avrà dei costi e che aprirà inevitabilmente tanti nuovi contenziosi legali per gli esclusi, come se non bastassero già tutte le vertenze aperte per la stabilizzazione? Le assicuro ministro che noi docenti sentivamo come voi la necessità di un cambiamento della scuola, solo che abbiamo ingenuamente pensato che questo cambiamento dovesse essere fatto “con la scuola” e non “ai danni della scuola”. I docenti abilitati in seconda fascia erano fra i 40.000 e 60.000 e avrebbero garantito la copertura di quelle cattedre da anni vacanti, con docenti già formati e con esperienza decennale. Soprattutto in considerazione del DdL 2994, già finanziato in legge di stabilità, che prevedeva 148.000 posti poi diventati inspiegabilmente 100.701 quasi una conventio ad excludendum.
Numeri appunto, il vero problema di questa riforma, come i 29 voti che ci sono mancati per l’approvazione dell’emendamento, il 10.72, scritto fino a mezzanotte da noi dell’Associazione CDP insieme al ex Procuratore della Repubblica di Firenze Deidda e presentato in modo encomiabile, rielaborando la forma, dal On. Gianni Cuperlo.
Numeri rimasti ancora misteriosi in tutto questo processo legislativo, numeri che ancora oggi non abbiamo, che voi non avete, che nessuno conosce e che chiediamo di sapere da sempre. Non posso dimenticare il classico movimento di spalle delle onorevoli e senatrici con cui abbiamo dialogato in questi mesi, Coscia, Puglisi, Di Giorgi, Rocchi e Malpezzi.
Avete scelto di non ascoltarci, di non dialogare e di usare soltanto con noi il pugno di ferro. Nei miei ricordi il pugno, quello sinistro, ho imparato ad alzarlo sin da piccolo, grazie a mio nonno partigiano, in senso di orgoglio e appartenenza. Siamo qui alla Leopolda, una un ex stazione ferroviaria, il nostro stato d’animo è paragonabile a quello di chi perde il treno per pochi secondi e lo vede andar via. Speriamo solo che per noi non sia l’ultimo.”
Troppo lungo mi ripeto, devo tagliare, sintetico mi dicono, sintetico. Odio questa parola ma almeno il tempo passa. Saluto un po’ di amici, Paolo Masetti, oggi sindaco di Moltelupo Fiorentino e poi rivedo con piacere dopo 30 anni Massimo Martella, sceneggiatore, scrittore e regista, venuto qui da Roma per chiedere più fondi a favore di cinema e fiction, che a causa della crisi hanno dimezzato le loro produzioni. Vedo scorrere sul palco ministri e “ragazzi” con domande confezionate per far loro esprimere successi e progetti futuri. Penso che se salgo su quel palco farò alzare a picco l’età media. Mi sentirò un vecchio fra giovani, un po’ come a scuola insomma. Sembra una premonizione, infatti pochi minuti dopo, mi chiama Simona Malpezzi e mi dice che per gli organizzatori è impossibile cambiare la scaletta. Comunque il ministro Giannini è disposta a incontrarmi separatamente per qualche minuto, dopo il suo question time. Ovviamente penso che non sia proprio la stessa cosa, ma in fondo noi con questa platea non abbiamo proprio nulla in comune. Accetto d’impulso, anche se subito dopo chiedo una votazione on line fra i soci, che unanimemente mi chiedono di restare.
Dopo il question time raggiungo Simona Malpezzi, che intanto vorrei ringraziare (anche fotografa per l’occasione, mi scuso per la faccia ma ero li dalla mattina…) per essere riuscita in pochi minuti a organizzare e ricreare, dietro il palco, un incontro informale a cui io per primo non credevo più. Allo stesso tempo vorrei ringraziare il ministro Giannini per la disponibilità di fermarsi a parlare dieci minuti in quella bolgia infernale.
Dopo le presentazioni di rito fatte da Simona ho brevemente esposto la storia del Gruppo e delle attività svolte nel corso dei due anni e della sua attuale trasformazione in associazione. Ho infine espresso i tanti punti che ci vedono in disaccordo, rimarcando soprattutto la mancanza di dialogo che ha causato e impedito eventuali correttivi, come l’emendamento 10.72, che avrebbero contribuito a migliorare e a risolvere molte criticità rimaste ancora aperte.
Guardando avanti si è parlato di concorso e anche qui le posizioni sono rimaste distanti, sia sulle scelte fatte che sulla eventuale modifica della percentuale di idonei previsti dalla legge 107 (10%). Le notizie certe che sono venute fuori dalla conversazione e che vorrei sottolineare sono:
- il bando sarà pubblicato probabilmente entro l’anno;
- la prima prova scritta si svolgerà intorno ad aprile-maggio e sarà informatizzata o come amano chiamarla i tecnici “computer based” garantendo così una rapida correzione della stessa; l’inizio delle prove orali in giugno, in modo da avere le graduatorie di merito pronte per il 01/09/15;
- l’accesso sarà per i soli docenti abilitati.
La probabile platea di docenti interessati al concorso dovrebbe aggirarsi fra i 180.000-200.000 docenti. Questo è dovuto principalmente alla difficoltà di quantificare il numero di tutti coloro sono in possesso di un diploma magistrale. Si stimano infatti da 100.000 a 120.000 i potenziali candidati al Concorso. Questi numeri portano l’Amministrazione ad ipotizzare l’eventuale ricorso a una prova preselettiva sul modello del concorso del 2012.
Un’ulteriore novità, ha dichiarano Simona Malpezzi, a cui stanno lavorando i parlamentari della maggioranza e dell’opposizione, potrebbe essere il superamento della dicotomia fra organico di diritto e organico di fatto. Questo garantirebbe una maggiore disponibilità di posti da mettere in ruolo oltre a consentire una maggiore mobilità per il rientro dei docenti nei luoghi di residenza.
Per il resto chiusura completa e su tutta la linea.
No secco per il doppio canale, ipotizzato anche dalle opposizioni, per tutti coloro che non risulteranno vincitori del concorso 2016. Unica promessa l’indizione dei futuri concorsi con cadenza triennale .
Ho sottolineato la disparità di trattamento che ci sarà fra le varie Classi di Concorso, come ad esempio il sostegno, dove il numero dei candidati è inferiore ai posti messi a concorso, mentre altre CdC dovranno affrontare selezioni con rapporti fino 1/20. La risposta è stata un NO secco. Per il Governo questo è il cardine della riforma: “non creare nuove graduatorie” e soprattutto, aggiungerei io, dopo il lavoro “sporco” fatto per chiudere definitivamente le GaE. Un’unica apertura e rassicurazione sulla valorizzazione e riconoscimento del servizio svolto e dei titoli conseguiti, attraverso il regolamento del bando. Inoltre per gli eventuali esclusi, ci sarà la possibilità di assegnare un certo numero di supplenze, sia sulla materia che sul potenziamento, per almeno due o tre anni.
Infine abbiamo discusso delle due famose circolari che da inizio anno ci hanno tormentato per la cattiva interpretazione di alcuni uffici periferici, come quello di Firenze, da me segnalato a Simona e che ha visto l’intervento diretto del ministero. Anzi a tal proposito il ministro ha chiesto di segnalare irregolarità o cattive interpretazioni degli uffici periferici in modo che si possa intervenire con rapidità ed efficienza.
Ci siamo lasciati con una stretta di mano e dopo un paio di foto scattate da Simona un ultimo saluto e una condivisa scelta di tenerci in contatto.
Se ripenso ora alla domanda che avrei fatto dal palco, sicuramente avrei cambiato il finale …
Buona domenica a tutti, domani siamo di nuovo a scuola.