DIALOGO SI…MA CON CHI?

DIALOGO SI…MA CON CHI?

A due settimane dal referendum e una settimana dall’insediamento del nuovo Governo Gentiloni, è sin troppo facile pensare che l’Italia dopo 70 anni ha nuovamente deciso per la democrazia, ha nuovamente indirizzato il proprio animo alla sovranità del popolo. Forse tra qualche anno capiremo meglio quanto il passaggio referendario sia stato critico per la nostra democrazia, l’Italia oggi ci sembra più Italia e cittadini ci sembrano più cittadini. Vogliamo illuderci e credere che ci sia ancora la possibilità per ripartire dal basso, perché se qualcosa ci hanno insegnato questi mille giorni di governo renziano è che quando il popolo si disinteressa alla politica e alla cosa pubblica ci pensano le banche e i poteri forti internazionali a prendersi quegli spazi.

Un’altra lezione che vorremmo capitalizzare è la necessità di una rappresentanza politica del mondo della scuola: il mondo della scuola vero, fatto di insegnanti e di formatori che la scuola la vivono e soprattutto la amano. Basta con i muri alzati dal vecchio Governo, zero dialogo e condivisione dei problemi ma solo arroganza e ricette già scritte, come lo svuotamento delle GaE, il concorso, l’algoritmo e la mobilità. Risultato? Questo è stato l’inizio scolastico più disastroso degli ultimi 40 anni, dopo che già lo scorso anno pensavamo di aver toccato il fondo. Se la lezione fosse servita potremmo oggi ripartire da capo, chiedendo giustizia per la scuola, sperando che questa volta ci sia la disponibilità al dialogo. Ripartirei dagli esclusi della legge 107/15, i docenti abilitati e iscritti nella Seconda Fascia delle Graduatorie d’Istituto e magari anche quelli di Terza Fascia con più di 3 anni di servizio qualora le graduatorie di prima e seconda fascia siano esaurite. Docenti esclusi dal piano straordinario di assunzione e condannati alla precarietà “in scadenza” e al concorso truffa che non è riuscito a selezionare neanche la metà dei 63700 posti disponibili su “carta”, a fronte di una platea di 120mila aspiranti. Lo sappiamo che gli interessi sono davvero tanti e come spesso accade i più deboli devono soccombere attraverso la legge del mercato o meglio di darwiniana selezione della specie. I precari, i non-dipendenti, le pseudo partite iva che ogni anno si aggrappano a una convocazione. La prima cosa che ci piacerebbe chiarire è chi sono questi precari della scuola?

A questa stessa domanda il MIUR e il Governo non hanno saputo rispondere. Si sono nascosti dietro la giurisprudenza, classificano i precari in base a una mera collocazione in graduatoria e non in relazione agli anni di servizio prestato appassionatamente dentro le istituzioni scolastiche pubbliche e private. Purtroppo per il resto d’Europa questa classificazione speciosa non rappresenta nulla. Il precario per noi è quel lavoratore che ha garantito il funzionamento dell’istituzione scolastica essendo presente ogni mattina nel suo posto di lavoro.  Graduatorie a Esaurimento e Graduatorie di Istituto, sono classificazioni inconsistenti nella legislazione comunitaria, classificazioni che nel Bel Paese hanno pesano come macigni sulle nostre vite. Tu si…tu no! Assurdo ma è stato proprio così che si sono stabilizzati i precari delle Graduatorie a Esaurimento anche se non avevamo mai svolto un’ora di servizio e magari avevano già un posto a tempo indeterminato. Loro sono stati assunti, magari spostandoli a 1000 chilometri di distanza, mentre coloro che da dieci anni lavoravano nella scuola, i precari delle Graduatorie di Istituto, continueranno a fare i precari ma questa volta a scadenza (36 mesi), per poi essere lasciati senza lavoro, i nuovi ESODATI del Governo Renzi. Il problema è tutto in una semplice postilla che attribuisce o meno il valore concorsuale al titolo abilitante. Questo valore concorsuale tranquillizza il Palazzo, garantendo la sensazione di agire costituzionalmente rispettando l’art.97 comma 3 della nostra Costituzione che afferma: “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. Quindi non è colpa del governo se fino ad ora, dai precedenti governi sono stato: formato (a mie spese), sfruttato e mal retribuito (negazione degli scatti di anzianità).  Siamo all’assurdo, dopo avermi imposto le loro condizioni di lavoro, oggi mi vogliono far credere di essere io il mio problema. Oggi questi docenti, che hanno formato generazioni di studenti, sono cresciuti e in alcuni casi invecchiati, sono mariti, mogli, genitori. Perché è così difficile usare “buon senso”? Sono i nostri padri costituenti a venirci in soccorso: “salvo i casi stabiliti dalla legge” recita l’articolo sopracitato. È davvero impossibile prevedere una legge che sani questo abuso nei confronti dei lavoratori della scuola? Ad alcuni la parola “sanare” fa paura, riecheggiano fantasmi del passato, ma è lo Stato che deve sanare se stesso e la sua abusiva pratica della reiterazione dei contratti a termine. Lo dice con la sentenza del 26 Novembre 2014 la Corte di Giustizia Europea.

Se è lo Stato che sbaglia perché sono io che devo pagare? Occorre prendere atto che dietro i numeri e le graduatorie vivono esseri umani con un cuore e sentimenti. Uomini e donne che faticano a trovare la serenità per entrare quotidianamente in classe e trasmettere la gioia di vivere e la curiosità di scoprire ai vostri figli.  Il MIUR discrimina noi abilitati appellandosi all’anno di conseguimento del nostro titolo, violando di fatto la nostra Costituzione, visto che all’articolo 3 prevede i principi di uguaglianza sostanziale e formale tra i cittadini.

Rivendichiamo l’equipollenza dei nostri titoli rispetto a quelli conferiti prima della chiusura delle GaE del 2006, fatta peraltro dallo stesso partito che oggi ci esclude, chiedendo il nostro diritto all’assunzione. I nostri titoli abilitanti sono costati tempo, denaro, sacrifici, fatica e lunga preparazione. Siamo stanchi di essere discriminati anche nelle supplenze annuali, dopo tanti anni ci costa attendere con pazienza le convocazioni delle “20 scuole”, sperando che non ci siano i soliti ritardi e i valzer degli incarichi sino ad “avente diritto” dovuti ad a ritardi nell’aggiornamento delle graduatorie o a sentenze giudiziarie che penalizzano non solo noi, ma la scuola stessa, che perde in qualità e continuità didattica, con continui cambi di supplenti.

Chiediamo delle nuove Graduatorie Provinciali degli Abilitati senza alcun limite in ordine al numero di scuole da utilizzare nei vari ambiti territoriali. In fondo chiediamo solo di lavorare e che venga rispettato il nostro diritto a un salario equo e regolare così come lo è il nostro impegno professionale, invece di dover sperimentare ogni anno ritardi nel pagamento sia dello stipendio, della tredicesima, delle ferie, del TFR e dell’indennità di disoccupazione.

Visto che la scuola ha bisogno di questi docenti si avvii al più presto quella che la legge 107/15 chiama “fase transitoria”, ripristinando il doppio canale di reclutamento per noi della seconda fascia  che siamo e saremo gli ultimi docenti abilitati con il sistema di percorsi statali riconosciuti, prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento.

Noi siamo pronti al dialogo, il problema è…con chi?

NULLA SARÀ PIÙ LO STESSO

NULLA SARÀ PIÙ LO STESSO

È sin troppo facile enfatizzare mentre le ore passano e la coscienza degli italiani emerge in maniera più netta. L’Italia dopo 70 anni ha nuovamente deciso per la democrazia, ha nuovamente indirizzato il proprio animo alla sovranità del popolo.
Forse tra qualche anno capiremo quanto il passaggio referendario sia stato critico per la nostra democrazia, e forse tremeremo molto di più di quanto non abbiamo fatto nelle ultime ore aspettando il risultato delle votazioni.
Oggi camminando per la strada l’Italia ci sembra più Italia e cittadini ci sembrano più cittadini e forse crediamo che ci sia ancora la possibilità per ripartire dal basso, perché se c’è qualcosa che ci hanno insegnato questi mille terribili giorni di governo renziano è che quando il popolo si disinteressa alla politica e alla cosa pubblica ci pensano le banche e i poteri internazionali.
Un’altra lezione che vorremmo capitalizzare è la necessità di una rappresentanza politica del mondo della scuola: il mondo della scuola vero, fatto di insegnanti e di formatori che la scuola la vivono e soprattutto la amano…
Ora partiremo da capo.
Busseremo nuovamente alle loro porte.
Ancora una volta chiederemo giustizia per la scuola… ma questa volta sarà diverso… perché noi abbiamo vinto e nulla sarà più lo stesso…

ADIDA-CDP-MIDA A MILANO PER IL NO

 

Siamo qui a Milano, incontriamo gli amici di sempre, quelli dell’impegno attivo. Peccato non vedere facce nuove, comunque ringraziamo tutti.

gruppo

IL 26 NOVEMBRE NON PRENDETE IMPEGNI…

IL 26 NOVEMBRE NON PRENDETE IMPEGNI… VI ASPETTIAMO A MILANO

adida-cdp-mida

Organizzare un Convegno oggi, dopo la 107, dopo il concorso truffa e dopo tante altre schifezze di questo governo per molti non avrebbe alcun senso. Il dialogo dicono è inutile. Peccato che al dialogo resta solo la lotta in trincea, ma quella vera e non da tastiera. Il 26 saremo a Milano, a otto giorni dal voto, presso Hotel Dei Cavalieri, nei pressi del Duomo, in Piazza Giuseppe Missori 1.

Il Convegno è indetto dalle due Associazioni ADIDA e CDP e dal MIDA Precari. 
Hanno dato già conferma di partecipazione: il presidente del Comitato Ferdinando Imposimato, Anna Fedeli (Cgil), Sen. Alessia Petraglia, On. Fabio Rampelli, Sen. Gian Marco Centinaio.  Aspettiamo conferme dall’On. Giuseppe Civati e da un rappresentante del Movimento 5 Stelle.

Il nostro NO resta sincero e convinto, anche se qualcuno pensa che sia una ritorsione. Noi docenti la Costituzione la difendiamo da sempre, a partire proprio dalle aule delle scuole in cui ogni giorno per anni abbiamo offerto la nostra professionalità, disconosciuta ed esodata da questo governo di nominati. Le ragioni sono tante e parafrasando il film “I Cento Passi” quando Tano chiede a Peppino: “ma l’ha visto Peppino… No, Non l’ha visto!” provo a fare un breve elenco:

  • Ma questa riforma elimina il Senato? NO, non lo elimina! Anzi potrebbe ingenerare altre controversie e conflitti sulle attribuzioni.
  • Semplifica i conflitti fra Stato, Regioni e Comuni? NO, non semplifica! Anzi potrebbe rendere più complicate le competenze fra i vari organi istituzionali.
  • Magari è una riforma innovativa rendendo lo Stato più federale e snello? NO, non innova! Anzi attribuisce solo un rafforzamento del potere centrale a danno delle autonomie dei territori togliendo agli stessi il controllo e la difesa del loro ambiente e della loro facoltà di opporsi. Come in Puglia e in Toscana, che grazie al SI potranno essere trivellate liberamente, fare dei gassificatori o gli inceneritori e, magari fra qualche anno, ripartire con le centrali nucleari. Roma deciderà che potranno restare aperte “fabbriche a perdere” che ammazzano le popolazioni come l’ILVA di Taranto, oppure a Sesto Fiorentino potranno costruire l’inceneritore e la pista parallela dell’aeroporto, infischiandosene dell’opposizione dei cittadini che con il loro voto avevano eletto il loro paladino contro tale scelta, il giovane sindaco di Sinistra Italiana, Lorenzo Falchi. Al contrario le anacronistiche Regioni a statuto speciale, continueranno a costarci un occhio della testa e potranno continuare a spendere e sperperare le nostre tasse.
  • Ma almeno diminuisce i costi della politica e della burocrazia? NO, non li diminuisce! I risparmi son nell’ordine di un centinaio di milioni, ma poi vi chiedo, secondo voi, il problema del debito pubblico si risolve con i costi e gli eventuali risparmi della politica o con una vera lotta all’evasione fiscale?
  • È una riforma chiara e comprensibile? NO, è scritta in modo da non essere compresa, come ad esempio l’art.70.
  • Ma almeno è una legge condivisa da tutte le forze parlamentari? NO, non solo non è condivisa ma è stata approvata a colpi di una maggioranza (governo) non eletta direttamente e comunque prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale, il porcellum, dichiarata incostituzionale.
  • E’ vero che sarà più facile indire un referendum? NO, non solo non sarà più facile ma l’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo del raggiungimento di almeno 150.000 firme, mentre oggi ne servono 50.000 per i disegni di legge di iniziativa popolare. Per non parlare del combinato disposto fra riforma costituzionale e legge elettorale “Italicum” che accentrerà il potere nella mani di un solo partito e del suo leader che da solo farà il governo e controllerà indirettamente gestirà del governo, di un solo partito e di un solo leader.

Potrei continuare, ma dico un’ultima cosa per chiuderla qui. 
Noi di questa gente non ci fidiamo più! 
Sappiamo bene cosa per loro è una riforma avendola provata sulla nostra pelle con la legge 107/15. Pensavano di sapere tutto loro, di essere moderni, di risolvere la supplentite con la bacchetta magica. Il risultato è che ci ritroviamo oggi, a novembre, senza incarichi a tempo determinato, con un concorso farsa costato un’enormità, ma che non ha risolto i problemi dei posti vacanti e che resteranno ancora vacanti per chi sa quanti anni ancora. 
Errori su errori, senza un minimo di autocritica. Solo qualche timida ammissione negli ultimi tempi, forse per raccattare qualche voto in più e la promessa di cambiare i vertici del ministero. 
Il naso continua a crescere e noi siamo stanchi di promesse.

Il tempo è scaduto, Noi il 4 dicembre votiamo NO e il 26 lo diremo forte.

Ecco perché NO

http://www.indifesadellacostituzione.it

PERCHE’ NO…

 

PERCHÉ NO…

Difficile aggiungere un contributo al già logoro dibattito sul referendum del 4 dicembre. La discussione sul merito e sul demerito dei provvedimenti rimbalza tra talk show e rotocalchi come se fosse l’ultima delle 10 piaghe d’Egitto.
Nel 1987 avevo 14 anni. Frequentavo la classe terza delle Scuole Medie J.Barozzi di Vignola. La Preside consegnò personalmente una copia della Costituzione a ogni studente.
Ricevetti quel libretto spennellato di verde, bianco e rosso con indifferenza. Non lo lessi. Lo ritrovai durante un trasloco. Decisi di infilarlo nel sacchettone della carta da buttare… poi lo ripresi. Stavo preparando l’esame di Storia Contemporanea all’Università… pensai potesse essere utile.
Una lettura impegnativa, una scrittura affettata, ma carica di desiderio… un desiderio di vita, di rinascita. Per quanti ancora camminavano sulle macerie di una guerra disastrosa, la Costituzione rappresentava un ponte verso una nuova vita. La stesura della Costituzione fu trasversale. Tutti indipendentemente dalla storia personale e politica presero parte al monumento costituzionale dell’Italia: una Repubblica. Finalmente una Res Publica.
Modificare la Costituzione è un affar serio. Per un istante lasciamo a margine il merito dei quesiti referendari. La trasversalità e la potenza con la quale esplosero la Repubblica e la Costituzione dovrebbe far riflettere.
Può un referendum così discusso, così personalizzato, così aspramente criticato, rappresentare lo strumento più idoneo per rimodulare il percorso tracciato dai nostri padri costituenti? Può un esecutivo cosi democraticamente debole sparigliare le carte della storia? Io credo di no. Ogni modifica, specie se incisiva deve essere obbligatoriamente condivisa. In caso contrario si innesterebbe un pericoloso precedente: ogni piccolo despota potrebbe sentirsi autorizzato a forzare la nostra storia, impastando il nostro passato a un presente discutibile polarizzato attorno a poteri forti e interessi lobbistici.
La nostra Costituzione è prima di tutto un monumento alla nostra storia, un monumento da osservare con rispetto. Passeggiando tra le rovine del Colosseo si potrebbe stupidamente rilevare che in fase progettuale i romani non avevano previsto vie di fuga e uscite di sicurezza… ma autorizzereste un architetto ad apportare modifiche strutturali per adeguare il Colosseo ai tempi moderni? A Della Valle non è stato permesso a Renzi con la nostra Costituzione… beh questo dipende da noi…

no

MA ANCHE NO!

Il mio impegno personale sul NO è iniziato diversi anni fa partendo dalla mia città natale, Taranto, aderendo alla campagna “NO ILVA”, contro una “fabbrica a perdere” che avvelena la città e soprattutto i suoi cittadini. Poi un grosso NO alla legge 107/15, NO al Jobs Act e NO alle Trivelle. Qui a Firenze poi, NO all’inceneritore e alla nuova pista parallela dell’aeroporto di Peretola, una campagna che ha avuto come epilogo la vittoria a Sesto Fiorentino del giovane sindaco di SI Lorenzo Falchi.
Erano tutte riforme, con nomi quasi provocatori, che hanno affossato prima il lavoro e poi la scuola. Oggi paghiamo ancora le conseguenze di quelle scelte avventante e illogiche, dovute principalmente alla mancato dialogo con chi il lavoro e la scuola la vivono tutti i giorni. Cari governanti con gli slogan i problemi non si risolvono ma si aggravano e l’inizio di quest’anno scolastico ne è la dimostrazione. I detrattori sostengono che il nostro sia un NO al progresso, perché è rivolto al passato e non ci porterà nel futuro. Sbaglio o sono gli stessi che dicevano NO alla legge di abrogazione del divorzio, NO all’abrogazione dell’aborto, NO all’abrogazione dell’ergastolo.
Strani questi nuovi “adepti” del partito della nazione, che alla sinistra e al dialogo hanno preferito banche, imprenditori, finanza, lobby e alle piazze i salotti e gli spazi blindati.
Ma poi nel merito questa riforma:
– elimina il Senato? NO, non lo elimina, anzi potrebbe ingenerare altre controversie e conflitti sulle attribuzioni.
– Semplifica i conflitti fra Stato, Regioni e Comuni? NO, non semplifica anzi potrebbe rendere più complicate le competenze fra i vari organi istituzionali.
– Magari è una riforma innovativa rendendo lo Stato più federale e snello? NO, non innova anzi attribuisce solo un rafforzamento del potere centrale a danno delle autonomie dei territori togliendo agli stessi il controllo e la difesa del loro ambiente e della loro facoltà di opporsi.
– Ma almeno diminuisce i costi della politica e della burocrazia? NO, i risparmi son nell’ordine di un centinaio di milioni, ma poi vi chiedo, secondo voi, il problema del debito pubblico si risolve con i costi e gli eventuali risparmi della politica o con una vera lotta all’evasione fiscale?
– È una riforma chiara e comprensibile? NO, è scritta in modo da non essere compresa, come ad esempio l’art.70.
– Ma almeno è una legge condivisa da tutte le forze parlamentari? NO, non solo non è condivisa ma è stata approvata a colpi di una maggioranza (governo) non eletta direttamente e comunque prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale, il porcellum, dichiarata incostituzionale.
– E’ vero che sarà più facile indire un referendum? NO, non solo non sarà più facile ma l’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo del raggiungimento di almeno 150.000 firme, mentre oggi ne servono 50.000 per i disegni di legge di iniziativa popolare.

Per non parlare del combinato disposto fra riforma costituzionale e legge elettorale “Italicum” che accentrerà il potere nella mani di un solo partito e del suo leader che da solo farà il governo e controllerà indirettamente gestirà del governo, di un solo partito e di un solo leader.

Potrei continuare, ma anche NO!

LA LEGGE DEL CONTENZIOSO

LA LEGGE DEL CONTENZIOSO

Sempre più frequentemente i dispositivi di legge cozzano con pesanti provvedimenti della giustizia amministrativa. È di questi giorni la notizia che il TAR del Lazio con provvedimenti cautelari sta immettendo insegnanti abilitati di 2 fascia nelle blindatissime GaE (Graduatorie a Esaurimento) chiuse per decreto da quasi una decina di anni. In definitiva il TAR contravvenendo al dettato normativo della 107/2015, la così detta legge de LA BUONA SCUOLA, apre ai docenti fuori dal piano di straordinario di assunzione la porta per il tanto ambito ruolo.
Anche sull’ammissione alle procedure concorsuali relative all’ultimo Concorso a Cattedra 2016, l’intervento del TAR del Lazio ha sparigliato non poco le carte del MIUR: un’intera categoria di docenti non abilitati appartenenti alle così dette materie di laboratorio (Insegnanti Tecnico Pratici), esclusi per legge dal Concorso, è stata ammessa alle prove con sentenze cautelari, costringendo il ministero a così dette “prove suppletive”.
In questa querelle tra giustizia amministrativa e Ministero, trovano terreno fertile gli studi legali di numerosi sindacati e associazioni che abbandonata la vendita delle tessere intravedono nel “ricorso” il nuovo Eldorado del found raising sindacale.
Il gioco è semplice: fatta la legge, venduto il ricorso. Queste associazioni sindacali e di categoria, abbandonano il piano programmatico di lotta, sbianchettano il calendario delle agitazioni di piazza e laconicamente propongono liste di ricorsi come i trattamenti estetici in una SPA.
Naturalmente la speculazione sulla disperazione dei lavoratori, che aggrappati alle supplenze vivono alla giornata, fa il resto. Trovate un docente precario che non abbia all’attivo almeno un ricorso. Quasi impossibile… e mentre si stracciano le tessere prontamente si firmano le deleghe.
Questa è in fondo l’Italia che ci meritiamo.

Nicola Iannalfo

TAVOLI…

Domenica, altro pomeriggio dedicato alla scuola o a quello che resta.

Partecipare ai vari  tavoli organizzati alla festa dell’unità di Firenze è stata una scelta che abbiamo preso in itinere,  malgrado sentissimo tutti uno strano dolore posteriore… Certo il rischio di aver riempito e indirettamente determinato una discreta partecipazione e successo dell’iniziativa è indubbio, ma lo abbiamo preferito al sentirci dire di non aver partecipato. Il dolore comunque è andato via presto, non appena abbiamo riabbracciato tanti amici di lotta che hanno raggiunto Firenze da varie parti d’Italia.

CARO GIANNI…

Caro Gianni Cuperlo, il CDP non dimentica, i Precari tutti non dimenticano…

Ci hai aiutato nel momento più difficile e siamo quasi riusciti a raggiungere l’obiettivo. Questo link ricorda il tuo intervento fatto in aula, prima della richiesta del voto sull’emendamento che abbiamo scritto a più mani con diversi amici del CDP.  https://www.docentiprecari.it/archives/945

Peccato non essere riusciti, per poco più di 30 voti, a capovolgere la logica delle immissioni in ruolo, dando la priorità ai posti reali e non a l semplice e banale svuotamento delle GaE piene soprattutto in discipline senza posti vacanti, tipo Scienze Giuridiche e Scienze Economiche che da sole totalizzavano 10.000 posti.  Quanti soldi e quanto veleno avremmo risparmiato. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti. L’inizio di questo nuovo anno scolastico e le vicende di questo concorso truffa testimoniano l’abisso ormai insanabile fra il PD, il suo popolo e il Paese.

Sabato 10 settembre personalmente sarò in platea. Non importa se il tema dell’incontro è un altro, sarò presente per testimoniare che è “possibile” un’altra politica partendo da persone affidabili. Mi auguro e auspico che molti dell’Associazione e del gruppo CDP siano presenti, non perché si parlerà di scuola e concorso, ma per testimoniare la stima verso la persona. Esiste anche una pagina dove poter segnare la propria adesione all’iniziativa.

https://www.facebook.com/events/1644593319186967/

Se pensate di esserci aggiungete pure una spunta e magari scrivete pure un post dedicato al nostro problema, al rischio di diventare dei nuovi esodati o parlate delle vostre commissioni irresponsabili che lasceranno tante Classi di Concorso con migliaia di posti vacanti. Abbiamo provato a parlare con gli USR, i politici e anche con le Commissioni, peccato che questo lavoro sia stato “sporcato dal 20% di queste che non solo non ha capito lo spirito del concorso (stabilizzare insegnanti già abilitati e con anni di servizio), ma ha addirittura usato quella posizione di potere “malsano” per colpire proprio quelle Classi di Concorso con più posti disponibili. Se penso che i casi più eclatanti sono avvenuti dove i posti messi a concorso erano superiori ai candidati iscritti, capite che la scelta è stata quasi diabolica. Materie come Italiano, Matematica e Tecnologia hanno subito bocciature dal 65 al 80% causando buchi che per essere colmati richiederanno un prossimo concorso a breve. Allora ci vediamo tutti in platea.

—IMPORTANTE—

Ricordo a tutti che a  Roma, sempre sabato 10 settembre 2016 si terrà un convegno organizzato dagli amici di MIDA e ADIDA, dalle ore 15:00 alle 19:00, nella Sala Della Protomoteca in Campidoglio. Ovviamente se ci andate partecipate e intervenite anche a nome del gruppo. Vi segnalo che è intenzione comune dei tre gruppi di organizzare per ottobre a Firenze un convegno in cui stabiliremo strategie e azioni comuni sia a livello locale che nazionale.

https://www.facebook.com/events/220813801654072/

NOI NON MOLLIAMO…

NOI NON MOLLIAMO…

foto14

“Poche parole” per descrivere l’incontro di ieri, lascio volentieri parlare le foto. L’idea di partecipare a quello che gli organizzatori della festa dell’unità avevano battezzato come “inaugurazione” della sei giorni dedicata alla scuola è nata nel chiuso di una libreria fiorentina di via Maragliano. Certo non avremmo pensato di essere poi in definitiva quasi gli unici partecipanti della manifestazione, senza nessuna polemica. Comunque non è stato detto in precedenza nei gruppi, ma la senatrice Puglisi ha chiesto di ascoltarci prima dell’inaugurazione. L’incontro è avvenuto alle 17:45. Sorvolo sulle nostre richieste che fra l’altro troverete ben esposte da Valerio nei 5 minuti concessi  “in itinere”  dalla senatrice.  Vorrei testimoniare solo quello che ho sentito dire dalla senatrice Francesca Puglisi e dai due esponenti, Giacomo Tizzanini della segreteria di Faraone e Giovanni Di Fede della segreteria della Giannini. Inizialmente ci ha informato, a proposito del concorso, che sulle circa duecento commissioni ad oggi solo su cinque è intervenuto il ministero. Ha ribadito di segnalare e denunciare le irregolarità, perché il governo e la politica in questa fase non possono intervenire. Ha inoltre ricordato l’impegno che c’è stato prima del bando da parte del gruppo PD in parlamento per evitare prove nozionistiche, riconoscendo che in alcuni casi così non è stato. Inoltre ci ha tenuto a sottolineare che il 50% di non ammessi rientra in ogni caso nella casistica di ogni concorso pubblico, così è stato anche nel 2012, assumendosi la paternità del vincolo del 10% degli idonei, definendolo una “manna” per evitare quello che è accaduto in alcune regioni nel passato concorso (gli ho fatto notare che qui ci sarà la difficoltà di avere persino il 20-30% di vincitori in alcune CdC, altro che idonei,  facendole l’esempio di lettere in Toscana, condividendo infine insieme a Giovanni Di Fede, sul concetto di una percentuale “a spanne” tutta da verificare).

Conversando piano piano con esempi concreti portati da noi che il concorso lo abbiamo svolto, soprattutto per l’accorato linguaggio della cara amica Francesca Nannelli, siamo arrivati al nocciolo. Prendetela con le pinze, ma le mie orecchie, abituate a “registrare”, hanno sentito dalle labbra della senatrice:

Incontro Puglisi

“Ve la dico come la penso perché faccio “politica”, per venire alla soluzione del problema pratico, dico che noi a bocce ferme quando avremo chiuso la vicenda del concorso, avendo in piedi la delega della formazione  e della fase transitoria, dobbiamo vedere quanti posti resteranno non coperti, quanti ancora in GaE, quanti docenti in seconda fascia e quanti in terza con anni di servizio. Insomma attraverso questa delega la fase transitoria servirà per evitare che vengano “tagliati” tutti coloro che sono già abilitati e soprattutto che venga persa la loro esperienza professionale, trovando una soluzione che non sarà una sanatoria, perché non è giusto nei confronti dei ragazzi, cercando una forma selettiva di merito anche in base ai numeri di riferimento che prima o poi si spera di avere dal MIUR.”

Soddisfatti? come dice quel detto “Verba volant, scripta manent”

Chiudo con la lettera che Elisa Cavaciocchi ha dato alla senatrice che ci ha consentito di aprire una rapida finestra sul problema delle supplenze annuali da effettuare a brevissimo e il superamento delle solite 20 scuole, soprattutto in relazione allo svuotamento GaE dovuto al piano straordinario di assunzione dello scorso anno. Su questo, secondo noi, è chiaro che non ci sono più i tempi tecnici,  ma la senatrice ci ha ribadito che stanno cercando una soluzione che contempli una nuova graduatoria degli abilitati utilizzati dagli stessi ambiti per le assegnazioni delle cattedre annuali. Sarà… se son rose fioriranno, se son spine pungeranno. Parafrasando Quelo… la seconda che hai detto!

Siamo tornati nell’area del palco centrale e ci siamo accorti che stranamente eravamo NOI il pubblico”. Abbiamo allora deciso di metterci tutti nelle ultime file della platea lasciando liberi tutte le prime file (ci avranno sentiti?), poco dopo è arrivata la senatrice che ci ha detto dello spostamento… dell’inaugurazione in uno spazio attiguo venti volte più piccolo. In definitiva la platea al 90% eravamo noi.

Le foto e l’unico intervento che ci è stato concesso in itinere, dicono il resto. Su un solo punto mi sento di aggiungere un “po’ di pepe” su quello detto da Valerio ed è quello legato alla responsabilità ultima delle esemplari bocciature di alcune commissioni. Ovvia e chiara la responsabilità prima politica e successivamente tecnica del MIUR nella modalità di costruzione del bando (tempi, prova computer based, lingua e soprattutto voto minimo fatti confluire tutti nello scritto) che hanno determinato una certa selezione “mirata”. Ma se pure loro avessero fornito “l’arma” sono stati i colleghi-docenti-commissari, con cui magari molti di noi hanno condiviso classi, alunni, progetti e tanti anni e anni di servizio, che hanno scelto. Alcuni hanno deposto l’arma (100% ammessi), altri si sono limitati a intimare l’alt (10-20%), altri hanno sparato in alto (30-40%) alcuni purtroppo nelle parti vitali (50-60%) e infine, anche se a macchia d’olio, tanti alla schiena (70-100%). Ma su questo c’è una storia tutta da scrivere a “bocce ferme”, come dice la Puglisi.

Grazie a tutti e scusate se sono stato…lungo, ma preferisco la precisione.  AVANTI!

Foto14

Foto12Questo è il link dell’intervento concesso con la relativa breve risposta della senatrice.

https://youtu.be/fgesukHeZ2w

 

MERITO?…ANCHE NO!

MERITO?…ANCHE NO!

Questo concorso continua a dividerci, i gruppi continuano a dividerci, questo governo continua a dividerci, persino la festa dell’unità continua a dividerci. Sento parlare di merito, di studio che ci ha tolto la vita, ma che grazie a questo si è superata la lotteria…Basta!
Se in alcune Classi di Concorso sono passati il 100% dei candidati e in altre sono stati tutti bocciati, veramente credete ancora alla parola “merito”.   Faccio un esempio concreto. In Toscana in Lettere (secondaria di I e II grado) sono stati “tagliati” 80% dei candidati (642 posti a concorso, 590 abilitati e solo 143 ammessi all’orale e 141 in Graduatoria di Merito). In Emilia Romagna, a due passi, stessa prova ma con commissari diversi avviene il miracolo, 90% di abilitati ammessi. Pensate che centri qualcosa il merito? Cerchiamo di essere seri e obiettivi. 
Restano i numeri e, a proposito di questi, se spendi 300 milioni per la procedura concorsuale e alla fine risulteranno vacanti il 35-40% dei posti messi a concorso, qualcuno si dovrà pur dimettere. Potremmo perfino arrivare a citare in giudizio questi signori, per danno all’erario.   Ci auguriamo almeno, dopo la lotteria, che nessuno abbia più scuse fornendoci i famosi “numeri” che abbiamo sempre chiesto e mai ottenuto. Il numero di abilitati suddivisi in ogni regione e ambiti per Classi di Concorso, i posti vacanti e disponibili. Fare quella “fotografia” o “a bocce ferme” come ama ripetere la senatrici Puglisi.  Su quei numeri iniziare a ragionare su un serio programma pluriennale di inserimento in ruolo quella che la 107/15 chiama “fase transitoria” di tutti gli abilitati di Stato e non l’ennesiomo concorso truffa.  Successivamente prevedere un nuovo percorso abilitante speciale per tutti coloro che hanno i 36 mesi di servizio. Per il futuro, finché è in vita questo governo, c’è il nuovo sistema di reclutamento. Fare un nuovo TFA non ha alcun senso. Ma se vogliamo accontentare la Ministra, che ama essere ricordata per gli errori a catena inanellati in questi anni di permanenza a Viale Trastevere,  gli si dia almeno il VALORE CONCORSUALE.  Basta prese in giro e oboli alle Università.

Per concludere credo dovremmo ripensare nuove forme di lotta nelle scuole. Puntare su una o due grandi manifestazioni nazionali in cui confluire tutti senza disperderci in mille rivoli. Potrebbe essere utile riprovare a ricercare un COORDINAMENTO fra i vari gruppi, trovando convergenze comuni. Potremmo anche aprire un forum organizzando un convegno costitutivo a Roma, concentrando lì la prima grande manifestazione entro la fine dell’anno. Noi come Associazione CDP siamo a disposizione per obiettivi comuni, si potrebbe aprire anche un ipotetico nuovo gruppo per iniziare a discuterne insieme, mettendoci dentro dai 5 ai 10 membri per gruppo e associazione costruendo così un forum virtuale in rete. Tutti amministratori e senza alcuna gerarchia apicale. Chiamarlo Coordinamento Docenti Abilitati o qualunque altro acronimo che coordini e metta insieme le varie strategie da seguire UNITI.

P.S. 
Ho voluto aggiungere queste tabelle, che mettono a confronto alcune Classi di Concorso in Toscana, per cercare di dimostrare che piuttosto del tipo di abilitazione abbia influito nel superamento dello scritto, l’età anagrafica dei candidati. Analizzandole infatti si può notare, per ciascuna riga, il rapporto fra numero di candidati e ammessi all’orale fatto per fascia d’età. Questo non per creare un’ulteriore divisione ma solo per mettere in evidenza la scelta “scientifica” e “politica” del bando di ESODARE i docenti “con esperienza”.  A conferma ci sono le esternazioni della Ministra che già a marzo affermava: “vedrete che questo concorso svecchierà la scuola pubblica”. Non sarà invece che l’obiettivo inconfessabile sia quello di risparmiare milioni e milioni di euro per le ricostruzioni di carriera?

Si sa, son gufo!

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UNITA’

Molte iniziative, manifestazioni, sit in, convegni… tante sigle, acronimi, motti, slogan… lodevoli per carità. Ma se si vincesse il desiderio di mettere il cappello alle iniziative e si cercasse un coordinamento prima di strutturarle si eviterebbe di tirare per la giacchetta in tutte le direzioni i colleghi. Meno sigle e più unione. Così impossibile creare un evento unico sul territorio Nazionale? Produrre un manifesto unico? Dopo la vergognosa selezione di questo concorso, se sento ancora qualcuno disquisire di TFA e PAS lo “appiccico al muro” (e non in senso metaforico).


 

 

UNA PROVOCAZIONE… MA NEPPURE TROPPO

UNA PROVOCAZIONE… MA NEPPURE TROPPO

E se si fossero invertite le prove?

Se il primo vaglio fosse stato quello della prova orale?

Se gli insegnanti fossero stati valutati in primis sulla loro capacità di strutturare didatticamente e contenutisticamente una lezione?

Forse i risultati non sarebbero gli stessi. Troppa generosità in alcuni orali, forse solleticati dall’idea che comunque il concorso fosse finito. Io il vero insegnate lo individuo mentre spiega, quando traccia significativamente un percorso didattico, non quando in 150 minuti deve dattilografare il “non so cosa” cercando di soddisfare una ipotetica commissione.

Prima l’orale e vi assicuro che molti colleghi esclusi che conosco sarebbero arrivati ai primi posti. Solo una provocazione…

IL FUTURO…

IL FUTURO…

È un sistema che genera la protesta. Il numero dei colleghi bocciati al concorso mostra chiaramente che il percorso universitario, il ciclo di abilitazione e la prova concorsuale sono sistemi disgiunti e disarticolati. Bene. Qualcuno pensava il contrario? Mi fa sorridere chi dice “sono stato bocciato ma io mi sono laureato con 110 e lode… mi sono abilitato con 100…”.    Buon risveglio.

È chiaro che la procedura concorsuale così come concepita sia inutile e assolutamente inaccettabile. Un docente deve essere valutato in un periodo considerevolmente maggiore e in maniera concettualmente diversa. Il docente deve sapere ricevere un genitore disperato, deve interagire in maniera costruttiva durante il Collegio Docenti, deve contribuire in maniera significativa nei Consigli di Classe, nelle Riunioni di Dipartimento, nell’alternanza scuola-lavoro e in tutte le fasi progettuali dell’Istituto. Selezionare un docente secondo le procedure attuali è come imporre alla Microsoft di selezionare nuovi programmatori chiedendo loro “le schede perforate”.

La scuola non funziona? Caro Ministro due domande fattele. Questa è la nostra idea… rivoluzionare culturalmente il sistema di valutazione e soprattutto sanare l’incapacità politica. I docenti abilitati devono essere assunti e i docenti in terza fascia devono potersi abilitare.

È strano ma tutto questo è possibile senza modificare la L.107.

Noi con la nostra proposta l’abbiamo dimostrato e ho potuto contare decine di “palmi di naso”.

http://www.orizzontescuola.it/news/procedura-concorsuale-cos-come-concepita-inutile-e-assolutamente-inaccettabile-lettera

Aggiornamento Blog

GRAZIE CONFEDERALI E SNALS

GRAZIE CONFEDERALI E SNALS

Molte volte me lo sono chiesto, davvero me lo sono domandato un’infinità di volte… che senso ha questa autarchia rappresentativa per noi docenti? Perché non abbandonarsi tra le braccia dei sindacati? Perché tutti questi gruppi di autotutela dalle sigle bislacche e dagli acronimi incomprensibili? Perché noi dobbiamo tutelare noi stessi?
Ancora una risposta, tra le maglie dell’accordo tra il MIUR e i confederali per il conferimento degli incarichi su base triennale. Contrari in principio alla chiamata diretta alla fine i sindacati hanno trascinato la trattativa verso un loro presidio: il corso a pagamento. Hai presente il sindacalista barba incolta, ascella pezzata, ” il Manifesto” sotto braccio e inca…. a bestia? Quelli che scendevano in piazza, che si opponevano ai manganelli, che in piazza addentavano il panino con la mortadella insieme agli operai… Oggi dietro scrivanie asettiche fanno spregevolmente cassa sui ricorsi, presenziano svogliatamente alle manifestazioni organizzate da altri… organizzano convegni parlandosi addosso. Riunioni deserte, riunioni autocelebrative e pisciandosi sulle scarpe vendono tessere come la carta CONAD, che ti garantiranno sconti per aderire ai loro corsi… un cane che morde la coda… ma quella coda è la tua.

BUON TESSERAMENTO 2016-2017


LA SANTA INQUISIZIONE

Una pratica invalsa nei terribili anni dell’Inquisizione era quella di processare un condannato senza nessuna prova indiziaria, semplicemente sulla base di una delazione. L’iter processuale era segnato e le arringhe delle semplici farse. Nella maggior parte dei casi il disgraziato veniva sottoposto a torture indicibili pur di estorcere confessioni, che per la natura delle torture stesse quasi sempre arrivavano. L’intercessione non disinteressata di qualche spregevole “boia” ti permetteva, una volta appiccato il rogo, di essere soffocato con un laccio prima di essere arso vivo dalle fiamme…una morte “più umana”.
Una premessa “noire” per esemplificare l’accordo sindacale tra Confederali e MIUR: prima venivamo fottuti da un DS che arbitrariamente o sulla base di opportune delazioni decideva “tu sì tu no”, adesso, foraggiando il “boia” (i sindacati) possiamo crepare in maniera più umana soffocati da una pseudo graduatoria di merito.
Prima di postare gli autocelebrativi articoli della CGIL, CISL, UIL, SNALS, informatevi bene e soprattutto attenti al collo… il laccio è già pronto.

COORDINIAMOCI…

Volevo parlarvi del viaggio a Roma che, insieme a Laura Isolani, abbiamo effettuato giovedì 7 luglio.

Le cose più importanti da sottolineare sono:

1) Si proverà nuovamente a creare un coordinamento fra alcuni gruppi, attraverso la condivisione di una proposta transitoria per il dopo concorso come peraltro prevede il comma 180 della legge 107/15 quando parla: “Si prevede comunque un regime transitorio in presenza di abilitati PAS e TFA.” Questo ci è stato espressamente richiesto dalla politica e questo dovremo provare a fare. In quest’ottica ringrazio Bruno Ventura che già ieri ha messo in rete la loro proposta di transitorio che tutti possono leggere, commentare e aggiungere o apportare suggerimenti. Noi come CDP e altri gruppi come MIDA hanno già presentato la loro proposta. Visto che molti politici ci chiedono di elaborarne una insieme faremo questo ulteriore tentativo, già provato un anno fa ma con poco successo.

2) L’On. Chimienti sottolinea inizialmente le storture dell’applicazione reale della buona scuola, a partire dall’utilizzo del potenziamento fatto in modo scriteriato con l’unico intento di inserire tanti docenti di classi in esubero senza nessuna connessione reale con i bisogni delle scuole. Ci ha tenuto a sottolineare l’obiettivo raggiunto delle firme del referendum e sulla battaglia per il referendum di ottobre. Ha ribadito esponendo i punti salienti della loro proposta di legge in parlamento che puntava fondamentalmente a stabilizzare tutti i docenti abilitati con un programma pluriennale di tre-cinque anni da attuarsi anche grazie all’eliminazione delle classi pollaio (max 20 alunni). Passaggio delle Graduatorie d’Istituto a Graduatorie Provinciali da cui attingere per la stabilizzazione. Ha poi sottolineato il bluff dell’ultimo concorso chiedendo, dopo il fallimento delle assunzioni che questo comporterà visti gli esiti che si leggono su i vari USR. Ha parlato della proposta di fase transitoria presentata dall’On. Gallo che prevede intanto la modifica del comma 131, quello che prevede che i contratti non potranno superare i 36 mesi di servizio. Poi ribadisce lo scorrimento per le assunzioni degli abilitati attraverso un doppio canale utilizzando un concorso per titoli per tutti coloro che resteranno fuori dal concorso. Inoltre per il nuovo sistema di formazione che prevede il tirocinio triennale viene chiesto, per coloro che avessero già svolto 36 mesi di servizio (terza fascia), di prevedere intanto un numero riservato nella selezione iniziale e poi, dopo il primo anno di formazione (abilitante), gli venga scontato il doppio anno di tirocinio avendolo già svolto in itinere. Infine ha richiesto ai vari gruppi di precari abilitati di provare a costruire una proposta di fase transitoria comune.

3) L’On. Pittoni ha sottolineato il suo impegno diretto in queste ultime settimane per la ricerca di soluzioni per la seconda e terza fascia attraverso attività che partendo dalle periferie (regioni) arrivino ad una proposta unitaria da far votare in parlamento. Inoltre ha sottolineato che il referente ultimo delle sue iniziative resta il Ministro Giannini in modo che dia delle risposte concrete al problema sociale che riguarderà l’esodo di decine di migliaia di docenti abilitati e non per effetto del comma 131 della 107/15. Ha poi ricordato che già due regioni a guida PD hanno approvato queste mozioni, la Toscana per la terza fascia mentre le Marche hanno votato a favore sia per la seconda che per la terza fascia. L’obiettivo successivo è la richiesta di un secondo ciclo PAS per tutti coloro che abbiano già superato i 36 mesi di servizio, in modo da regolarizzare la loro posizione anche per l’effetto che produrrà il prossimo aggiornamento delle Graduatorie d’Istituto che non ne prevedono più l’esistenza.

Voi vi chiederete:  “poteva bastarci?”  Certo che NO.

Usciti dal convegno abbiamo fatto una piccola corsa insieme a Claudia Tarragoni e Valeria Bruccola verso Trastevere per partecipare ad una assemblea della sinistra DEM del PD sull’analisi delle ragioni che hanno portato alla sconfitta elettorale di Roma, in cui erano presenti Gianni Cuperlo e Livia Turco oltre a tutti i consiglieri comunali e delle varie circoscrizioni e i cittadini romani. Sentendo alcuni interventi mi è sembrato di tornare indietro di 40 anni o di essere in uno di quei film di Nanni Moretti.  Come dimenticare da Caro diario: “Io stavo pensando una cosa molto triste, cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi ritroverò sempre con una minoranza di persone (..) Io credo nelle persone. Però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre d’accordo e a mio agio con una minoranza“.     Livia Turco si è fatta delle domande sulla sconfitta che sinceramente sembravano rivolte a se stessa e al loro partito, parlando di mancanza di dialogo, di non sentire più il loro popolo, di non interpretare più i loro bisogni, dell’abbandono e dalla solitudine in cui hanno lasciato milioni di elettori…    Delle volte penso davvero che questi vivano su un altro pianeta.  Avremmo voluto intervenire ma la lista era lunghissima e il nostro treno per Firenze quasi in partenza da Termini. Abbiamo lasciato la sala sconvolti, anche se una responsabile ci ha promesso un passaggio video o un testo scritto sul loro canale video TV-DEM.

Vedremo, intanto NOI non demordiamo e andremo sempre AVANTI.

CONVEGNO AZIONE SCUOLA

Convegno Azione Scuola, al tavolo da sinistra Marco Gasparini Silvia Chimienti, Mario Pittoni , Bruno Ventura

CONVEGNO PD
Assemblea della sinistra DEM sulla sconfitta di Roma da sinistra Gianni Cuperlo e Livia Turco
CDP-MIDA-ADIDA
L’unico sorriso è per il selfie, da sinistra Claudia Tarragoni, Laura Isolani, Mimmo Bruni e Valeria Bruccola.

RICORDATI, HAI DEGLI AMICI…

 


Buona domenica a tutti!

Alcune informazioni e considerazioni:

  1. Non dimenticate che in tutti i comuni e in alcune piazze è possibile firmare contro la legge 107/2015 che ha scelto di ESODARCI.

  2. Che il 5 giugno in molti grandi e piccoli comuni si vota. Non dimenticate quel giorno chi ci ha sfruttato per tanti anni e ci ha regalato, per i tanti che non dovessero superare il concorso truffa, ben che vada altri contratti da precari o un anno di disoccupazione. Poi più nulla.

  3. Che l’Associazione vive a prescindere il ruolo o il licenziamento. Noi ci saremo sempre, lotteremo finché ciascuno di noi abbia riconosciuto il diritto all’insegnamento e fino a quando i responsabili di tutto questo non siano tornati alle loro vite private.

  4. Vi ricordo che per associarvi avete a disposizione il forms che trovate in fondo alla pagina del menu Associarsi, in cui potete scegliere anche la modalità di pagamento della quota annuale che per il 2016 è di minimo 5 euro. Qualunque cifra superiore sarà considerata un contributo ulteriore alle attività dell’Associazione e vi darà in automatico l’appellativo di Soci Sostenitori https://docs.google.com/forms/d/1Dvz5za4YVD3SzsW1q5QCdq7W_8s_9O8kLLZ87k4J_p4/viewform?c=0&w=1.


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Modulo CONCORSO per irregolarità

https://docs.google.com/forms/d/1-hheLjFJZtQAqSdutttSlIZOJs9glvWDpEwzP2eAb38/viewform?usp=send_form

Dopo le diverse segnalazioni di alcune irregolarità avvenute durante le prove, così come promesso venerdì scorso, abbiamo approntato un modulo su cui potete inserire i fatti accaduti in modo dettagliato, dopo aver compilato tutto il forms e aver sottoscritto (basta la spunta) sia che la dichiarazione è vera e l’autorizzazione a gestire i vostri dati nelle segnalazioni che invieremo all’USR della regione di riferimento.

Per la Toscana abbiamo un contatto diretto, per le altre sentiremo gli uffici competenti. Inutile ripetere che le segnalazioni devono essere circostanziate e possibilmente verbalizzate in sede d’aula, niente sentito dire o mi sembra che…

Voi ci mettete la faccia, noi ci mettiamo il braccio.

 

Oggi inizia il cammino dei giusti…

Oggi inizia il cammino dei giusti in un sistema profondamente ingiusto. Il cammino di padri e di madri che hanno dovuto piangere di nascosto ai loro figli, che si sono alzati la notte per studiare… al di là delle polemiche delle discussioni, delle braccia incrociate, delle urla di protesta…

Noi ripartiamo dal dopo. Avevamo già compreso da dicembre nell’incontro alla Leopolda che nessuna strada era possibile se non il muro contro muro, i numeri parlavano chiaro e la loro chiusura era ed è restata assoluta. Da circa un mese abbiamo depositato alla Camera la nostra proposta per la fase transitoria. Ma di questo ne riparleremo appunto dopo il concorso… cerchiamo di fare tutto quello che è umanamente possibile perché dopo il concorso il CDP possa essere la casa di quelli che il concorso non lo passeranno e che dovranno in qualche modo entrare in ruolo.

Oggi ci è arrivato questo messaggio dell’ On. Gianni Cuperlo, indirizzato a tutti noi del CDP ma indirettamente a tutti gli abilitati di seconda fascia che da oggi devono mettere in gioco la loro vita come nella roulette russa. Queste le sue testuali parole:

“Per migliaia di docenti che da anni la mattina sono entrati in una classe e hanno preso per mano centinaia di ragazzi con una passione e professionalità che crescevano sul campo oggi è iniziato l’atteso e contestato concorso scuola 2016. Per molti forse questa occasione rappresenterà la fine dell’insegnamento. Nel mio piccolo, assieme a una minoranza di deputati di SinistraDem, ho provato a battermi per consentire a migliaia di abilitati di seconda fascia di non dover rimettere le lancette dell’orologio a prima della promessa che lo Stato (non un passante, lo Stato) aveva fatto loro di una garanzia di stabilizzazione a fronte di sforzi, costi e meriti acquisiti nella pratica di anni. Lo so, non è andata così e di questo posso solo assumermi la mia quota di responsabilità. So anche quanto poco possa valere ma questa sera a quelle docenti e a quei docenti che stamane hanno affrontato le prime prove vorrei rivolgere l’augurio sincero di trovare, o ritrovare, nelle pieghe di questa vicenda ingiusta, le ragioni di una speranza. Diversi tra loro li ho incontrati, ho ascoltato le loro parabole e guardato negli occhi donne e uomini consapevoli di uno strappo che non meritavano. A loro vorrei dire che continueremo a cercare una soluzione per la fase transitoria (quella prevista dalla L.107/2015, la cosiddetta Buona Scuola) per tutti gli abilitati che non supereranno il concorso. Penso sia il minimo che ci dobbiamo impegnare a fare. Buone cose. Gianni Cuperlo”

Per chi avesse dimenticato… ricordo…

 

LA SCUOLA NON SI TRIVELLA

LA SCUOLA NON SI TRIVELLA

Convocazione del corteo contro il concorso a cattedre recentemente bandito dal MIUR, per iniziativa delle associazioni NOI SCUOLA e CDP a Firenze P.zza Sant’Ambrogio 15 aprile ore 18.

1.Il Governo ha imposto la tesi che l’unico concorso è quello per esami, in contrapposizione alle graduatorie, che non garantirebbero la selezione meritocratica. La verità è che la Costituzione prevede oltre al concorso per esami quello per titoli: cioè le graduatorie di merito, che continuano a valere per l’immissione in ruolo del personale ATA (al quale, peraltro, non viene richiesta neppure una qualsiasi abilitazione).

2.La Corte Costituzionale il 17 maggio p.v. emetterà la tanto attesa (da quasi 4 anni!) sentenza sulla stabilizzazione dei precari della scuola. Il bando del Concorso, immediatamente precedente, volto a far entrare nei ruoli della scuola persone nuove all’insegnamento, rappresenta l’evidente tentativo del Governo di precostituire una situazione di fatto che ne impedisca ogni possibile attuazione.

3.Il bando, uscito prima che fossero note le richieste di organico delle scuole per il prossimo triennio, e prima di conoscere l’esito della mobilità straordinaria voluta per quest’anno dallo stesso MIUR, ha previsto una ripartizione di posti di assoluta fantasia, con la sicura conseguenza di avere vincitori senza posti e posti senza vincitori.

4.Si è giustificata tutta questa fretta per concludere entro agosto e far andare in cattedra i vincitori già dal 1° settembre. Ma se si considera che i concorrenti saranno molto numerosi, che le prove scritte saranno non prima di maggio, che i commissari non avranno il distacco dall’insegnamento e dagli esami di stato, che dopo l’ultimo orale occorrerà circa un mese per gli adempimenti burocratici, non si vede come il concorso possa finire prima dell’autunno inoltrato.

5.Il bando è uscito all’indomani della pubblicazione in G.U. delle nuove classi di concorso, prevedendo per di più programmi enciclopedici e l’obbligo di competenza di livello B2 in una lingua straniera. La competenza sulle discipline è già stata ampiamente accertata negli esami universitari e nei corsi abilitanti. La competenza linguistica non ha senso alcuno pretenderla a valle, se non la si è prima resa obbligatorio nei corsi di laurea.

6.Le commissioni giudicatrici non garantiscono gli standard minimi di competenza e di correttezza, in quanto i membri verranno compensati con circa un euro l’ora: cifra irrisoria, che rende fondato il sospetto che le motivazioni che spingeranno i docenti a proporsi saranno di altro genere, certamente più clientelare che meritocratico.

Foto 2

Associazione Culturale