Ci andiamo o non ci andiamo, ci andiamo o non ci andiamo …
Certo che ci siamo andati…
Certo che ci saremo, malgrado ostacoli e personalismi. Pensiamo da sempre che l’unico obiettivo vero è superare questa enorme ingiustizia che subiamo senza averne ancora capito bene causa e motivazione. Sono più di quindici mesi che siamo impegnati in questa lotta, superando steccati e situazioni ben più ardue, figuriamoci se ci perdiamo dietro a un drink o a un fine settimana…
Saremo presenti in tutti i presidi, dividendoci e contaminando le varie manifestazioni per gridare il nostro dissenso per tutta la legge 107, per l’idea di un concorso costruito per i soli noti e gli amici degli amici e far comprendere che a scuola ci siamo già e da anni e chiediamo solo quello che in qualunque paese civile dell’Europa è già stato fatto.
Domani in ogni presidio chiediamo di organizzarvi facendo riferimento a voi stessi o, qualora ci fossero, ai referenti provinciali, raggruppandovi e facendo sentire la vostra voce anche mediante supporti sonori come fischietti, tamburelli, maracas. Se avete qualche bandiera viola, senza stendardi o “gigli”, potete portarle e utilizzarle per dare un po’ di colore “viola” alla nostra rabbia.
Non dimenticate che la testimonianza non è virtuale, la storia si fa sul campo, perché se te la raccontano vuol dire che è già stata mediata da altri.
VOTA ANTONIO VOTA ANTONIO….
Cari colleghi, da circa un anno con il CDP abbiamo deciso di percorrere una strada difficoltosa e dispendiosa: l’interlocuzione diretta in Parlamento e al MIUR. Lo abbiamo fatto con compagni di viaggio e amici: MIDA, ADIDA, TFA2… Contemporaneamente abbiamo sospeso le attività locali e di quartiere perché in questa fase vi garantiamo che da Firenze non arrivavano neppure all’Impruneta, figuriamoci a Roma. Tutte le iniziative sono meritorie quando non sono politicizzate o sindacalizzate o quando non mirano in qualche modo a dividere i precari piuttosto che unirli. Le attività sul territorio vanno bene ma è corretto chiamarle con il loro nome: iniziative locali.
Noi abbiamo preferito ad aprile relazionare alla Camera in Commissione Cultura, abbiamo preferito presenziare alle sedute in Parlamento, abbiamo preferito riunirci a Roma con i coordinamenti nazionali dei precari. Il CDP è una realtà conosciuta su tutto il territorio italiano dai precari e in larga parte anche alle forze politiche. Forse si poteva ottenere di più… ma noi ce la siamo giocata, non ce la siamo raccontata. Scusate se a noi questa settimana preme più il MIUR, ma ci siamo dati delle priorità e il VOTA ANTONIO VOTA ANTONIO dei colleghi non ci interessa… a noi interessa il ruolo e questa settimana la dedicheremo, assieme ai nostri compagni di viaggio summenzionati, a batterci nelle “sedi opportune” per quello che ci spetta!
Nelle settimane e nei mesi trascorsi in estenuanti e spesso infruttuose interlocuzioni politiche più volte abbiamo cercato di capire che cosa bloccasse un lavoro di dialogo che negli anni precedenti aveva garantito risultati concreti.
Vero che il governo e molti politici hanno chiuso le porte, ma è pure vero che in una mattinata questi politici hanno accolto decine di delegazioni di precari che chiedevano tutto e il contrario di tutto… spesso in disaccordo con i colleghi appena ricevuti. Anche noi abbiamo colpe, credete. Spesso non siamo stati in grado di vedere dietro i nostri interessi personali una categoria di professionisti umiliata e abbandonata. Ecco perché rinnoviamo la nostra richiesta e vi chiediamo un ulteriore contributo nel sostenere apartiticamente e apoliticamente e una volta tanto da docenti uniti il post di Cuperlo, perché la politica deve comprendere che i pinguini passano i rigori dell’inverno appiccicati l’uno all’altro e che esiste ancora una categoria fiera del proprio lavoro. Da parte mia posso solo dirvi che è fondamentale dare visibilità al post… veramente fondamentale. Presto vi sarà tutto più chiaro.
Sussiste una forte base culturale per chiedere con forza il differimento del concorso docenti.
Attualmente è al vaglio del Consiglio dei Ministri la nuova tabella delle Classi di Concorso. Questo significa che molte materie saranno accorpate e che docenti si troveranno ad insegnare materie che non hanno mai insegnato e soprattutto materie per le quali non hanno mai avuto una formazione curricolare universitaria o abilitante.
Chiedere ai precari di preparare un concorso secondo queste regole significa chiedere loro di preparare in un paio di mesi un concorso al buio, perché strutturato su nozioni nuove e fino a oggi non necessarie. Ad aggravare il quadro è la situazione dei precari che dovranno sostenere il concorso: tutti docenti in servizio e impegnati in attività didattica.
Pensare che si possa sostenere un concorso in tali condizioni è assolutamente assurdo e non dignitoso.
A mero titolo esemplificativo, possiamo citare per la tabella A:
A34 “scienze e tecnologie chimiche”, in cui confluiscono competenze di chimica, chimica agraria e tecnologie ceramiche (classi A/12, A/13, A/66) con criticità in ordine ai contenuti di agraria e materie prime, mancanti nel curriculum universitario di diversi candidati.
A37 “scienze e tecnologie delle costruzioni”, in cui confluiscono competenze di costruzioni, disegno tecnico e topografia (A/16, A/71, A/72) con criticità in ordine ai contenuti di impianti e topografia, mancanti nel curriculum universitario di diversi candidati.
e altri la tabella B:
B14 “laboratorio di scienze e tecnologie delle costruzioni”, in cui confluiscono competenze di topografia e industria mineraria (C/39 e C/43) con criticità in ordine ai contenuti di industria mineraria.
B15 “laboratorio di elettrotecnica ed elettronica”, in cui confluiscono competenze di elettronica ed elettrotecnica (26/C e 27/C) con contenuti minimi praticamente raddoppiati.
B16 “laboratorio di scienze e tecnologie informatiche”, in cui confluiscono competenze di informatica gestionale e informatica industriale (C/300 e C/310) con contenuti minimi praticamente raddoppiati.
Abbiamo già rappresentato questa situazione ai nostri contatti politici e sindacali e come sapete le prime risposte affermative sono già arrivate. Questa volta non può finire a tarallucci e vino. Siamo esseri umani non animali e io non suggo olio di ricino da nessuno.
Riguardando ieri i vecchi articoli del Blog, rileggevo questo post di settembre di Nicola (https://www.docentiprecari.it/archives/1431 ) e, a conti fatti, mi accorgo che resta ancora da superare lo scoglio del 10% degli “idonei”, dizione che come sapete bene non amo affatto ma che é testualmente estratta dalla scellerata legge 107. Oggi a Roma si lotta ancora davanti al MIUR per chiedere di ripensare alcuni punti della legge, visto e considerato che la stessa è già stata “modificata nei fatti” dal rinvio di questo concorso che solo il Governo vuole.
Riaprire le GAE è certo la soluzione, la più semplice e la più economica. Ma come scrissi già un mese fa, dopo l’incontro con il Ministro Giannini e la deputata Simona Flavia Malpezzi (https://www.docentiprecari.it/archives/1531 ) su questo c’è chiusura totale. Vi chiederete, come mai? Per loro stessa ammissione è uno degli obiettivi fondamentali di questa legge eliminare le graduatorie e le code, non ha caso la scelta dell’inspiegabile 10% di idonei. L’altra è la libertà di un “responsabile” di scegliersi gli insegnanti migliori. Neo liberismo puro, altro che sinistra.
La lotta non si ferma e viste le amministrative vicine non sarebbe male ripensare e ritornare alle forme di lotta sul territorio, per incidere e far pesare il nostro ruolo sociale, facendo pesare il nostro voto e il nostro ruolo così come si è fatto nelle campagna per le regionali. Vi ricordate il nostro slogan?
Oggi comunque a Roma alcuni di noi saranno davanti al MIUR per sostenere il MIDA e ADIDA , far sentire il nostro dissenso e la nostra forza. Ciascuno di noi è coinvolto e interessato, uno vale uno, la rappresentanza è importante ma bisogna iniziare a capire che si lotta in prima persona e in piazza, come a scuola e sul territorio, dobbiamo essere pronti a rappresentarci in prima persona. La scuola è di tutti ma come diceva Nicola Iannalfo quel pullman lo guidiamo noi e da anni, e non ci possono chiedere la “patente” ORA.
Buona giornata per chi è in piazza, Roma è sempre splendida.
IL COLLASSO DELLA AUTO-RAPPRESENTATIVITÀ
È un fenomeno strano quello che sta condizionando strati massicci di categorie sociali. Per tanti anni i lavoratori hanno fatto “corpo”, seguendo in maniera frettolosa sigle sindacali e partiti politici. Il desiderio di appartenenza era sensibilmente più marcato rispetto alla necessità di autorappresentazione. Oggi nel segmento scolastico moriamo della patologia opposta… i precari soffrono di un eccesso di auto-rappresentatività, che sebbene costituisca un punto di pregio nel proprio percorso di crescita e di cittadinanza attiva, diventa un limite quando ti oppone ai colleghi impegnati nella tua stessa lotta. Ti frega perché nasconde alla tua vista il vero nemico. Nascono quotidianamente nuovi coordinamenti di abilitati: Associazione Abilitati nel mese di agosto, Abilitati del segno dei gemelli, Coordinamento abilitati iperdotati… tutti con la netta sensazione di possedere le tavole della Legge e quindi il verbo di Dio. Tutti impegnati a far guerra tra loro. La polarizzazione organizzativa è funzionale a chi racconta davanti alle telecamere o tra gli editoriali di quotidiani che gli insegnanti non vogliono essere valutati. E mentre i giorni passano noi siamo sempre più offesi, non solo come insegnanti, ma come cittadini. Un primo violino non potrà mai eseguire da solo una sinfonia di Beethoven… Cerchiamo una coscienza sociale…. “che è meglio iup” (diceva puffo quattrocchi).
Premetto che ieri io e Nicola Iannalfo abbiamo deciso di visitare la tana del lupo…
Alle 19:45, lasciata l’auto davanti al fosso bandito, ci siamo diretti verso l’ex stazione, diventata negli ultimi sei anni il fonte battesimale del potere Renziano. Avevo partecipato con curiosità alla prima nel lontano 2010, nata con l’intento di rifondare una nuova sinistra moderna e rottamare la vecchia classe dirigente, con Pippo Civati, Debora Serracchiani e Matteo Renzi sindaco allora della città.
Lungo la pista ciclabile abbiamo scorto in lontananza un profilo solitario davanti all’ingresso del nuovo Teatro della Musica, l’avrei riconosciuto fra mille quel profilo. Si proprio lei, l’Agnese nazionale, che non so come mai ma è la seconda volta che la incrocio per caso nell’ultimo periodo ed è sempre sola (ma la sicurezza?). Abbiamo scambiato quattro chiacchiere e scherzato un po’ ed è sembrata positiva sul prossimo concorso. Ci siamo salutati e ho immortalato la “gioia” di Nicola di aver tolto per un attimo il posto al premier… In seguito, appena messo piede dentro la stazione Leopolda, ho capito la ragione della scelta di Agnese, meglio un teatro vero da sola, che questa immagine post socialista 2.0.
Come darle torto.
Nicola ha scritto:
Difficile dire cosa sia reale e cosa sia la percezione della realtà. Ieri sera alla Leopolda in maniera spettacolare un’onda d’urto di positività di ottimismo. Inutile negarlo… Renzi ha avuto la capacità di trascinare la politica nei talk show e di teatralizzare la “cosa pubblica”. Ha la capacità di divertire chi vuole divertirsi… fuori dalla Leopolda risparmiatori truffati e disperati gridano sulle macerie della loro vita. Un vecchio con un loden d’altri tempi si frega le mani per resistere al freddo. Due realtà opposte una accanto all’altra. Ma la gente vuole divertirsi e lo spettacolo deve continuare…
Dopo la registrazione entriamo nella nuova cattedrale renziana.
Lo speaker, con tono enfatico annuncia: “viaggiatori dell’aeroporto, iniziate ad allacciare le cinture, fra cinque minuti avrà inizio il volo…”
Siamo sprofondati in un abisso surreale, con un vecchietto dietro di noi entusiasta e urlante come un quindicenne in curva Fiesole al 3 gol rifilato alla Juventus da Rossi. Poi alla domanda del premier in una sala ululante: “c’è in sala un insegnante che il 5 maggio era in piazza a manifestare contro la nostra buona scuola?” Solo in due si sono alzati, io (Nicola era già scappato) e una collega dall’altra parte della sala. Ecco cosa rappresenta la Leopolda, un coro unanime di adepti alla ricerca di un vincente, è l’Italia da bere degli anni ’80, una televendita berlusconiana, promozione pura. Peccato davvero, avevate altri obiettivi e visioni nel 2010. Questa notte non riuscivo ad addormentarmi ripensando alla piramide telematica eretta a Craxi nel 1989 nell’area Ansaldo di Milano dall’architetto Panseca.
Mattinata fredda e nebbiosa, la novità di oggi è che probabilmente dovrei porre una domanda al question time al ministro Giannini, ho avuto su questo rassicurazioni dalla Simona Malpezzi che ha fornito allo Staff il mio telefono, non so l’ora e per non perdere il treno mi reco già la mattina in platea, pagherò cara questa attesa, la foto parla chiaro gonfio in ogni dove. L’idea è quella di fare un paio di domande e qualche precisazione. Inizio a scrivere cercando di essere breve, scrivo e riscrivo la domanda ma sintetizzare 12 anni trascorsi fra banchi e allievi tenuti a freno con il sapere e il piacere della scoperta non è semplice. Ripenso alle tante licenze firmate, alle tante pagelle distribuite negli anni e al fatto che di tutto questo non resterà che un vago ricordo. Cerco di memorizzare la domanda, o almeno ci provo in questa kermesse e malgrado l’età:
“Il mio nome è Mimmo Bruni. Dopo 13 anni di servizio nella scuola pubblica, mi definirei un “precario a tempo indeterminato”. Siamo il risultato della miopia di Governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni. La domanda semplice che vorrei formularle è il perché non avete voluto utilizzare tutte queste professionalità acquisite in tanti anni di servizio, attraverso un semplicissimo piano pluriennale di assunzione, così come scritto nel programma elettorale del 2013, preferendo invece un concorso che avrà dei costi e che aprirà inevitabilmente tanti nuovi contenziosi legali per gli esclusi, come se non bastassero già tutte le vertenze aperte per la stabilizzazione? Le assicuro ministro che noi docenti sentivamo come voi la necessità di un cambiamento della scuola, solo che abbiamo ingenuamente pensato che questo cambiamento dovesse essere fatto “con la scuola” e non “ai danni della scuola”. I docenti abilitati in seconda fascia erano fra i 40.000 e 60.000 e avrebbero garantito la copertura di quelle cattedre da anni vacanti, con docenti già formati e con esperienza decennale. Soprattutto in considerazione del DdL 2994, già finanziato in legge di stabilità, che prevedeva 148.000 posti poi diventati inspiegabilmente 100.701 quasi una conventio ad excludendum.
Numeri appunto, il vero problema di questa riforma, come i 29 voti che ci sono mancati per l’approvazione dell’emendamento, il 10.72, scritto fino a mezzanotte da noi dell’Associazione CDP insieme al ex Procuratore della Repubblica di Firenze Deidda e presentato in modo encomiabile, rielaborando la forma, dal On. Gianni Cuperlo.
Numeri rimasti ancora misteriosi in tutto questo processo legislativo, numeri che ancora oggi non abbiamo, che voi non avete, che nessuno conosce e che chiediamo di sapere da sempre. Non posso dimenticare il classico movimento di spalle delle onorevoli e senatrici con cui abbiamo dialogato in questi mesi, Coscia, Puglisi, Di Giorgi, Rocchi e Malpezzi.
Avete scelto di non ascoltarci, di non dialogare e di usare soltanto con noi il pugno di ferro. Nei miei ricordi il pugno, quello sinistro, ho imparato ad alzarlo sin da piccolo, grazie a mio nonno partigiano, in senso di orgoglio e appartenenza. Siamo qui alla Leopolda, una un ex stazione ferroviaria, il nostro stato d’animo è paragonabile a quello di chi perde il treno per pochi secondi e lo vede andar via. Speriamo solo che per noi non sia l’ultimo.”
Troppo lungo mi ripeto, devo tagliare, sintetico mi dicono, sintetico. Odio questa parola ma almeno il tempo passa. Saluto un po’ di amici, Paolo Masetti, oggi sindaco di Moltelupo Fiorentino e poi rivedo con piacere dopo 30 anni Massimo Martella, sceneggiatore, scrittore e regista, venuto qui da Roma per chiedere più fondi a favore di cinema e fiction, che a causa della crisi hanno dimezzato le loro produzioni. Vedo scorrere sul palco ministri e “ragazzi” con domande confezionate per far loro esprimere successi e progetti futuri. Penso che se salgo su quel palco farò alzare a picco l’età media. Mi sentirò un vecchio fra giovani, un po’ come a scuola insomma. Sembra una premonizione, infatti pochi minuti dopo, mi chiama Simona Malpezzi e mi dice che per gli organizzatori è impossibile cambiare la scaletta. Comunque il ministro Giannini è disposta a incontrarmi separatamente per qualche minuto, dopo il suo question time. Ovviamente penso che non sia proprio la stessa cosa, ma in fondo noi con questa platea non abbiamo proprio nulla in comune. Accetto d’impulso, anche se subito dopo chiedo una votazione on line fra i soci, che unanimemente mi chiedono di restare.
Dopo il question time raggiungo Simona Malpezzi, che intanto vorrei ringraziare (anche fotografa per l’occasione, mi scuso per la faccia ma ero li dalla mattina…) per essere riuscita in pochi minuti a organizzare e ricreare, dietro il palco, un incontro informale a cui io per primo non credevo più. Allo stesso tempo vorrei ringraziare il ministro Giannini per la disponibilità di fermarsi a parlare dieci minuti in quella bolgia infernale.
Dopo le presentazioni di rito fatte da Simona ho brevemente esposto la storia del Gruppo e delle attività svolte nel corso dei due anni e della sua attuale trasformazione in associazione. Ho infine espresso i tanti punti che ci vedono in disaccordo, rimarcando soprattutto la mancanza di dialogo che ha causato e impedito eventuali correttivi, come l’emendamento 10.72, che avrebbero contribuito a migliorare e a risolvere molte criticità rimaste ancora aperte.
Guardando avanti si è parlato di concorso e anche qui le posizioni sono rimaste distanti, sia sulle scelte fatte che sulla eventuale modifica della percentuale di idonei previsti dalla legge 107 (10%). Le notizie certe che sono venute fuori dalla conversazione e che vorrei sottolineare sono:
il bando sarà pubblicato probabilmente entro l’anno;
la prima prova scritta si svolgerà intorno ad aprile-maggio e sarà informatizzata o come amano chiamarla i tecnici “computer based” garantendo così una rapida correzione della stessa; l’inizio delle prove orali in giugno, in modo da avere le graduatorie di merito pronte per il 01/09/15;
l’accesso sarà per i soli docenti abilitati.
La probabile platea di docenti interessati al concorso dovrebbe aggirarsi fra i 180.000-200.000 docenti. Questo è dovuto principalmente alla difficoltà di quantificare il numero di tutti coloro sono in possesso di un diploma magistrale. Si stimano infatti da 100.000 a 120.000 i potenziali candidati al Concorso. Questi numeri portano l’Amministrazione ad ipotizzare l’eventuale ricorso a una prova preselettiva sul modello del concorso del 2012.
Un’ulteriore novità, ha dichiarano Simona Malpezzi, a cui stanno lavorando i parlamentari della maggioranza e dell’opposizione, potrebbe essere il superamento della dicotomia fra organico di diritto e organico di fatto. Questo garantirebbe una maggiore disponibilità di posti da mettere in ruolo oltre a consentire una maggiore mobilità per il rientro dei docenti nei luoghi di residenza.
Per il resto chiusura completa e su tutta la linea.
No secco per il doppio canale, ipotizzato anche dalle opposizioni, per tutti coloro che non risulteranno vincitori del concorso 2016. Unica promessa l’indizione dei futuri concorsi con cadenza triennale .
Ho sottolineato la disparità di trattamento che ci sarà fra le varie Classi di Concorso, come ad esempio il sostegno, dove il numero dei candidati è inferiore ai posti messi a concorso, mentre altre CdC dovranno affrontare selezioni con rapporti fino 1/20. La risposta è stata un NO secco. Per il Governo questo è il cardine della riforma: “non creare nuove graduatorie” e soprattutto, aggiungerei io, dopo il lavoro “sporco” fatto per chiudere definitivamente le GaE. Un’unica apertura e rassicurazione sulla valorizzazione e riconoscimento del servizio svolto e dei titoli conseguiti, attraverso il regolamento del bando. Inoltre per gli eventuali esclusi, ci sarà la possibilità di assegnare un certo numero di supplenze, sia sulla materia che sul potenziamento, per almeno due o tre anni.
Infine abbiamo discusso delle due famose circolari che da inizio anno ci hanno tormentato per la cattiva interpretazione di alcuni uffici periferici, come quello di Firenze, da me segnalato a Simona e che ha visto l’intervento diretto del ministero. Anzi a tal proposito il ministro ha chiesto di segnalare irregolarità o cattive interpretazioni degli uffici periferici in modo che si possa intervenire con rapidità ed efficienza.
Ci siamo lasciati con una stretta di mano e dopo un paio di foto scattate da Simona un ultimo saluto e una condivisa scelta di tenerci in contatto.
Se ripenso ora alla domanda che avrei fatto dal palco, sicuramente avrei cambiato il finale …
Buona domenica a tutti, domani siamo di nuovo a scuola.
CONVEGNO MIDA 28/11/2015
Ieri ho partecipato come relatore a nome del CDP al convegno organizzato da MIDA a Napoli. Le MIDA girls hanno lavorato sodo davvero.
Il concorso è dietro l’angolo e per certi versi è la naturale conclusione di un’opera di distruzione della scuola iniziata da più di un decennio e rafforzata dall’asse Aprea-Gelmini.
C’è chi pensa che la scuola sia di sinistra… la scuola è della scuola e il mio pensiero, assecondando le deplorevoli parole della Giannini che sostiene la volontà di eliminare la “supplentite”, il mio pensiero va ai 2/3 che non supereranno il concorso e che in alcuni casi dopo anni di insegnamento si guarderanno allo specchio con la disperata necessità di riciclarsi. W l’Italia Pietro DanesiMimmo BruniLaura IsolaniValeria Rosamunda PerriCristina Nassi
Sedersi intorno a un tavolo per sentirsi dire che ancora nulla non è stato deciso, che ancora stanno discutendo sui cardini fondamentali che sosterranno il concorso relativo alla 107/2015, comporta l’assunzione di ingenti quantità di Maalox. Nulla si sa sulla prova preselettiva, nulla di nulla sull’attribuzione del punteggio al servizio, nulla sulla caratteristica di questa cavolata di prova computer-based (che è come dire una cosa puffosa nel nel villaggio dei Puffi), nulla si sa sul contenuto nozionistico o meno del concorso. E alla mia domanda diretta se saranno rispettati i tempi per la pubblicazione del bando del 1 dicembre 2015 mi è stato mollicciamente assicurato di sì. Allora ditemi voi se è una cosa possibile che 15 giorni prima del bando del concorso ancora del concorso non si sappia nulla. Non credete che, rispettando la linea mantenuta negli ultimi due anni, al MIUR ci stiano prendendo per deficienti? Non vi viene il sospetto che in realtà i giochi siano già stati fatti e che i regolamenti naturalmente saranno calati all’ultimo secondo dall’alto come fossero le tavole dei 10 comandamenti del Sinai? Io penso proprio di sì. Forse a qualcuno questa presa per le terga può anche piacere a me no e penso che in qualche modo dovremo farglielo sapere. Noi continuiamo a chiedere che sia rispettato il valore abilitante dei nostri titoli e che i tecnici si facciano carico di sollecitare i politici perché si trovi la soluzione per noi perché noi noi non meritiamo un concorso ma un ruolo.
L’ULTIMO SFORZO…
di Mimmo Bruni
Il 13 novembre non mi cercate a scuola, sono a Roma a difendere il mio diritto di svolgere questo lavoro dopo dodici anni di servizio. Noi docenti di seconda fascia non siamo tutelati da nessuno tranne noi stessi. Lottiamo da almeno un anno e mezzo contro tutti e tutto. Le nostre lotte singole magari non hanno ancora prodotto grossi risultati , ma non siamo certo domi… venderemo cara la pelle. Se poi perderemo tutto, non vorremmo essere nei panni dei nostri “esecutori”. Tornando allo sciopero del 13 novembre, non importa quali e quante sigle aderiranno (in aumento) allo sciopero, a noi garantisce la possibilità di dichiarare al mondo della scuola e al governo che ci siamo, malgrado il loro sforzo di esodarci e mandarci per strada. Dobbiamo approfittare di questo giorno per CONTARCI e far sentire il nostro peso. Lo devono fare tutti coloro che abbiamo un contratto a tempo determinato e siamo collocati in seconda o terza fascia. Per un giorno i colleghi di ruolo possono fare da soli, magari smetteranno di assillarci in aula docenti su come spendere la “mancia” di cinquecento euro del governo, unico vero grosso dilemma di questi giorni. Noi siamo fuori da questo circo e molti fra l’altro stanno lavorando da settembre senza stipendio, altro che cinquecento euro. Per chi non ha la possibilità di andare a Roma, potrebbe comunque organizzare sit-in o flash-mob davanti alle proprie scuole, dialogando con i genitori e spiegando loro le ragioni dello sciopero. Se però venite a Roma, il contributo di ciascuno di voi sarà fondamentale. Oltre al corteo e il sit-in a Piazza Montecitorio con i vari sindacati di base, nel pomeriggio dalle 14:00, anche grazie a Rosa Sigillò che ha chiesto l’autorizzazione alla Questura, noi del CDP insieme al MIDA e ADIDA, organizziamo un sit-in al MIUR e una delegazione sarà ricevuta dai rappresentanti del ministero. Dimenticavo per chi non sciopera… buon concorso.
ROMA 13 NOVEMBRE 2015
di Nicola iannalfo
Quanto ci vuole a cliccare “mi piace” leggendo svogliatamente un post? Pochi secondi… pochi secondi per passare al post successivo, quello molto più accattivante, dai su… quello della nuova immagine della collega… si quello va anche commentato. Generalmente un “bella” ci scappa sempre.
E no amici miei. Io dei “mi piace” non me ne faccio nulla! Ma proprio nulla. Non me ne faccio nulla di chi pensa di fare la rivoluzione con il mouse. Di chi seduto sulla poltrona mi rassicura… “comunque sono con voi”. Io non ho bisogno di sentirmi leader e nemmeno i miei colleghi amministratori hanno la necessità di particolari privilegi. Ho consumato le chiappe sul treno per inchiodare i politici alle loro responsabilità. Ho consolato colleghi in crisi di pianto, ho mangiato Rustichella in Autogrill. A volte vittima della stanchezza mi sono chiesto “perché”, perché deve essere tutto così difficile. Stiamo solo chiedendo un lavoro: il nostro lavoro.
Ora è il tuo momento. Il 13 novembre avremo l’ultima possibilità, prima del bando di concorso, di manifestare con forza il nostro dissenso. A settembre 2016 qualcuno starà cercando un nuovo lavoro… spero solo che sia uno di quelli che oggi fa la rivoluzione col tablet.
È un sacrificio venire a Roma. Bene! La lotta è un sacrificio! Devi tirare la cinghia? Questa cinghia o la tiri o ti ci impicchi. Il 13 a Roma un’ ultima volta per il nostro lavoro e per la nostra dignità. A breve il manifesto programmatico della rete dei vari coordinamenti e i dettagli della manifestazione.
Più di una volta ho avuto modo di evidenziare come lo strumento del contenzioso fosse l’evidente dimostrazione del fallimento sindacale.
I sindacati vendono ricorsi come le armerie vendono fucili. Purtroppo sindacati senza particolari scrupoli vendono fucili che prima o poi ti impallinano.
ANIEF ricorre… gli scappa il ricorso come qualcosa di fisiologico. Ricorre su tutto. Aprendo la loro pagina web è piuttosto semplice capire quale sia la loro attività principe: vendere sogni (o incubi a seconda della posizione personale rispetto alla canna del fucile) a chi purtroppo non riesce più a dormire la notte.
Mettiamo le cose in fila: per anni insegni, non riesci ad abilitarti; finalmente lo Stato riconosce il tuo diritto all’abilitazione e attiva un PAS (PAS: una parola che molti di noi sussurrano quasi vergognosamente quando alcune faccette di c…. sarcasticamente domandano: “scusa ma tu sei un abilitato TFA o un PAS).
Poi finalmente al momento di legiferare in materia di scuola, LA BUONA SCUOLA (risata. Grazie) ti inchioda al concorso. Dopo lotte, proteste, sit in, trick track e schiattamuort… viene concesso una sorta di concorsuccio per i soli abilitati. E vabbè a casa mia si dice “piuttosto che niente è meglio piuttosto”. Adesso gli agitatori di folle stanno vendendo il sogno del concorso aperto a tutti…. allora la scena è questa.
Tu vai a fare spesa alla Coop e naturalmente come sempre, alla cassa ti capita l’ossessivo compulsivo che riempie il carrello come il giorno prima del diluvio universale e tu aspetti pazientemente dietro. Lui sembra non finire mai con quella cavolo di spesa. Ma lui si chiama GaE e tu II fascia e devi aspettare. Ok e vabbè…. Dopo minuti interminabili arriva il furbetto, che con fare indifferente guarda le caramelle vicino alla cassa, tu lo punti come un setter sospettoso e pensi “mica mi vorrà passare avanti”. Lui gira, ti si affianca, tu lo guardi. Ma ti distrai un secondo perché il tuo piccirillo ha preso l’ovetto kinder e ti ha detto “mamma lo voglio”. Ti rigiri e il furbetto che si chiama III fascia ti ha fottuto il posto. Scusi guardi che c’ero prima io, faccia la fila come tutti gli altri”. “No no è vero… allora faccio ricorso”.
“Va bene, però per iniziare venga dopo di me… io ho fretta”
Non me ne vogliano i colleghi di III fascia, i quali in larga parte meritano un nuovo PAS e per i quali mi sono battuto fino alla settimana scorsa, ma ora è il mio turno. Fate la fila come tutti gli altri. Arriverà il vostro turno e vi garantisco che qui nel CDP ci batteremo per voi.
CI SIAMO!
Vi inoltriamo il depliant dell’Assemblea del 21 pv. Vorremmo che questa Assemblea costituisse il nucleo dei fondatori del CDP. Vorremmo che le cariche e il lavoro fossero distribuiti in maniera democratica. Nessuno è indispensabile e nessun incarico è già stabilito.
Stiamo lavorando sodo, strutturando la nostra idea di concorso e di scuola. Lo stiamo facendo al Ministero e con i gruppi con i quali condividiamo progetti di crescita MIDA, ADAM, TFA2, LINK e molti altri.
Dobbiamo essere “qualcuno” per dire “qualcosa”. Abbiamo bisogno di un’associazione.
Vi chiedo di non mancare e di creare insieme la nostra idea. Preparate interventi e soprattutto partecipate.
Non abbiamo bisogno di numeri, ma di appassionati. Basta con i “mi piace” piuttosto “ci sono”.
AVANTI!
Mercoledì 9 settembre abbiamo concluso un paio di appuntamenti alla Camera. La mattina dello stesso giorno il CDP ha partecipato a un incontro a Roma con tutti i coordinamenti nazionali di precari. Quello che è stato chiesto al CDP in sede politica è la definizione di una proposta seria per il bando del concorso. A questo riguardo è importante sottolineare che la struttura e la stesura del bando è affare Ministeriale, quindi amministrativo, e non più politico.
In questa fase “contrattuale” la politica può costituire una stampella per sostenere una proposta che necessariamente come mittente finale avrà il MIUR.
Come vi abbiamo più volte anticipato, vogliamo insieme a voi, il giorno 21 definire la proposta per il concorso, ma è anche corretto trasmettervi quelli che per noi sono punti fondamentali:
1) Eliminazione della PROVA PRESELETTIVA e quindi inefficacia del relativo O.d.g. Ascani. La prova preselettiva attivata nei casi in cui i candidati dovessero eccedere di 4 volte i ricorrenti è un’aberrazione assoluta. Non posso privare un abilitato di sostenere il concorso a causa delle avverse condizioni della sua classe di concorso. Almeno il concorso deve essere GARANTITO. La prova preselettiva non è il concorso. In più se il concorso è su base Regionale potrebbe capitare che per una stessa classe di concorso in Toscana si faccia la preselettiva è in Emilia Romagna no. Di nuovo la cabala dei numeri. NO GRAZIE!
2) Valorizzazione di tutto il servizio e della selezione in ingresso al percorso abilitante. Un’azione corretta che mostra quanto la nostra proposta possa risultare credibile ed equilibrata.
3) La prova concorsuale NON dovrà assolutamente essere nozionistica. La nostra idea è che il prossimo concorso valuti la nostra capacità di insegnare e non la nostra conoscenza della materia con esami calibrati su SSD (settori scientifici disciplinari ) universitari. Sostegno all’ O.d.g. Malpezzi che impegna il Governo in tale direzione.
4) Come suggerito da altri gruppi, aumentare sensibilmente la percentuale degli idonei al concorso 2015. Non si può accettare che in questa tornata di stabilizzazioni siano inseriti in ruolo più idonei che vincitori di concorso e che nel prossimo concorso del 1 dicembre 2015 si debba pagare lo scotto per le passate sanatorie (con tutto il rispetto per i colleghi idonei).
Naturalmente gli aspetti ulteriori sono molteplici, ma questa è la base sulla quale vogliamo lavorare insieme e per la quale ci batteremo e questa volta troveremo il modo di farci sentire.
I docenti a spasso hanno tempo e molte risorse… ve lo assicuro. Questa volta ci faremo sentire! Pietro DanesiMimmo BruniCristina NassiLaura IsolaniValeria Rosamunda Perri
Ognuno di noi è ormai consapevole che la politica ha tradito il suo mandato nei riguardi della scuola in senso lato.
Siamo onesti, se in questi mesi ci fosse stata offerta la possibilità di tornare in cabina elettorale il nostro indirizzo sarebbe stato diverso rispetto al 2013 (almeno per una buona parte di noi). In maniera simile devo ammettere che nell’ultimo anno più spesso mi sono sentito tutelato dalla Gelmini e da alcune politiche di destra (solo un anno fa l’avrei considerata una barzelletta noire), piuttosto che dai molli “compañeros” che la bandiera rossa la usano come tovaglia della domenica.
Negli ultimi 8 mesi il CDP si è confrontato con tutti: da sinistra a destra. Abbiamo cercato alleanze. Inutile dirvi che lo scoglio nel quale sono arenate le nostre fatiche e le nostre speranze è un acronimo: PD.
L’interlocuzione politica solletica le orecchie di tanti deputati e senatori che grazie alla nostra disperazione sono balzati agli onori della cronaca. Noi abbiamo garantito la loro visibilità e in qualche modo alimentato il loro ego.
Noi ci siamo rotti! Il CDP vuole promuovere in prima persona politiche scolastiche in tutela della scuola pubblica e dei lavoratori della scuola. Il problema è quasi “antropologico”, perché l’idea malsana disseminata dalla stampa di regime che gli insegnanti sia dei parassiti sociali e fannulloni non può più essere tollerata.
I nostri sussulti scomposti, la nostra cattedraticitá comunicativa non ci ha favoriti nel coinvolgere l’opinione pubblica nella nostra lotta.
Noi crediamo che sia necessario iniziare a radicare sul territorio un soggetto associativo e politico, ma non necessariamente partitico, che sia composto da insegnanti e lavoratori della scuola che si autodeterminino. Che smettano di demandare l’impegno politico a mercenari cavalieri di ventura e a professionisti della lotta sindacale arroccati in scadenti “ricorsifici”.
Il nostro progetto parte dal basso: dalla tua partecipazione, dall’idea che uno vale uno, dalla convinzione, come scrissi qualche mese fa, che se nell’Ottocento ci fosse stato facebook l’Italia sarebbe ancora degli austriaci.
Il 21 presenteremo le nostre idee e accoglieremo le vostre e insieme tracceremo una linea. Abbiamo idee chiare per il concorso e per una vera tutela di tutti gli insegnanti che da anni servono la comunita dietro una cattedra.
Ci rimbocchiamo le maniche e ci riprendiamo il lavoro ma soprattutto la dignità perché nessuno con le chiappe sul velluto di qualche poltrona romana ci darà nulla!
Vi aspettiamp il 21! Avanti! Pietro DanesiMimmo BruniCristina NassiValeria Rosamunda PerriLaura Isolani
Eccoci nuovamente al pezzo. Mi mancava la potente suggestione dei confederali e dei sindacati in generale. Autunno caldo! Più che un piano programmatico appare come una previsione meteo. Con il mio sano ottimismo sono convinto che prima o poi qualcuno si renderà conto che la lotta sindacale ha lo stesso appeal di un concerto di Orietta Berti. Non punge, non ferisce, molto semplicemente non costituisce più una leva operativa. Il punto di svolta epocale è stato lo sciopero del 5 maggio. Ogni essere umano con un minimo di grano salis avrebbe dovuto chiedersi perché l’astensione dal lavoro (80%) non costituisse più una forza contrattuale. L’esperienza che abbiamo acquisito in questi mesi di lotta mi ha insegnato che l’unico messaggio che passa quando si esercita il proprio diritto dissenso è il disturbo. Funziona perché ha un impatto mediatico. Paradossalmente il governo teme più le uova sul groppone di Renzi che il sacrificio salariale di centinaia di migliaia di insegnanti. Anche il più sprovveduto spettatore di questo teatrino si è reso conto che la piazza ha perso valore nella contestazione politica. Ma la cosa che più mi fa sorridere in questi giorni è leggere i post di colleghi precari come noi, che la sera stendendo sul pavimento il loro piccolo Risiko giocano a fare i politici con i gruppi Interparlamentari. Vi garantisco che la maggior parte dei politici che costituiscono la base di questi pseudo gruppi ha la sapiente abitudine di rispondere affermativamente a qualsiasi proposta. Presto proporrò il gruppo interparlamentare del “circolo della bocciofila”, volete scommettere che raggranello qualche politico pronto a sostenermi? Noi lavoriamo a una sotterranea trattativa politica. Possiamo continuare con le tavole rotonde, quadrate, triangolari… ma io penso soprattutto a dare forma al disturbo, senza disagio non ci sarà mai nessuna trattativa e chiedo a voi di presentare idee in tal senso, perché da settembre molte famiglie avranno un frigo più vuoto e una casa più fredda e questo noi davvero non possiamo permettercelo.
Quella che dobbiamo realizzare è una vera stagione di lotta, in nome di Antonio, precario di 2 fascia che ha deciso di mettere in vendita la casa e di trasferirsi con la sua famiglia dai suoi genitori perché da settembre sarà disoccupato, in nome di Lucia che lascerà sua figlia 8 anni a Catania per lavorare a Vercelli, in nome dello zio Roberto, Lavoratore Socialmente Utile nella scuola che a seguito della ristrutturazione del fondo sociale questo mese ha percepito uno stipendio di 140€.
I servitori dello stato sono schiavi malpagati, ma quando gli schiavi si contano tra loro e smettono di fottersi il pane stantio succedono miracoli. Tenevi pronti.
Oggi pensavo per quanti patemi e bruciori di stomaco devo ringraziare questo governo di non eletti. Non auguro a nessuno di loro, per quanto colpevoli, la metà delle prove che abbiamo e che dovremo sopportare in futuro. Pensavo che non sarebbe male esprimere il mio pensiero attraverso brevi post scritti durante questa “estate calda” all’ombra dell’albero guardando il mare, in previsione del “autunno caldo” che i sindacati intendono inaugurare per la prossima stagione.
Tutto ebbe inizio il 14 luglio con la firma di questa legge 107 da parte di un Presidente che avevamo considerato, a torto, difensore della Costituzione. Per il resto sono solo impressioni di un testo già scritto da CONFINDUSTRIA e dall’associazione TREELLLE.
15 luglio
Questa sera in terrazza ho visto la mia prima stella cadente dell’estate. Ovvio pensare ad un desiderio… Ma poi mi sono detto, questo soddisfa solo me, mentre l’altro almeno 80.000 esodati della Scuola. Non ho avuto dubbi…
23 luglio
Sono giorni che seguo l’infrangersi del mare sulla scogliera, che quasi per magia riesce a ripulire schiuma o alghe alla deriva. Sembra incredibile ma con il passare del tempo tutto viene ripulito, l’acqua torna limpida come prima. C’è una forza che ricompone il tutto, perdendo pezzi ma ritrovando l’equilibrio di sempre.
Ecco, pensavo, io faccio parte dei pezzi persi, dopo anni di sfruttamento, basta un onda che ci sommerge e coloro che hanno sguazzato nel malaffare per anni si riprendono il posto. Sono veramente schifato.
Faccio due conti e mi accorgo che l’ultima nefandezza sono l’aver riciclato i NON IDONEI al concorso. Perchè gli unici idonei erano i vincitori. Alla fine hanno capito che la maggior parte dei posti liberi da assegnare sono i nostri, cioè i posti delle GaE esaurite. Ecco, grazie a questo giochino crudele, ci hanno tolto l’ultima speranza. Visto che l’esperienza non conta per questi signori, hanno pensato bene di tirare l’ultimo colpo in canna, nella schiena dei colleghi delle GaE, dando priorità nell’assegnazione dei posti ai “NON IDONEI”. Non voglio tediarvi sui numeri, qualche decina al nord e molte centinaia al sud, non c’è da meravigliarsi, mafia capitale insegna. Questo è il Partito Democratico oggi, per il resto o ci riprendiamo la politica o sarà la fine. Sarà meglio che faccia un tuffo.
25 luglio
Vi chiederete come mai questa scelta di foto subacquee. Vi rispondo volentieri. Sei su che guardi un mondo quasi noioso e senza colori, eccetto i diversi toni del blu e quelli della scogliera. Poi basta una semplice maschera con fotocamera e ti accorgi che dentro l’acqua c’è un mondo che non potresti mai immaginare se non ci vai con gli strumenti giusti. Cosa vi viene in mente? Esiste un mondo della scuola che questi pseudo politici non riescono nemmeno a immaginare. Colpiscono duro su persone e rapporti creati in anni di lavoro come neanche un barbaro riuscirebbe a fare. Si credono innovatori, riformisti, di sinistra e non si accorgono di essere in realtà solo SINISTRI… Il mare mi aspetta, non resta molto in fondo…
28 luglio
Qualche giorno fa concludevo un post dicendo: “Il mare mi aspetta, non resta molto in fondo…”
Guardando questa foto mi rendo conto che resta tanto. Questa lotta ci ha regalato anche tanti momenti di comunione e condivisione. Buonanotte a tutti e come diceva Eduardo “Adda passá a nuttata”
30 luglio
Stamani, sul presto, ho fatto un giro al cimitero per portare il saluto ai miei cari defunti e a uomini d’onore. In genere seguo un percorso per abitudine durante il quale lascio una rosa rossa ai “compagni” del passato. Oggi lasciando una rosa al compagno Cannata e al mio caro nonno, compagno Recita, e dopo aver recitato il loro canto di battaglia “Avanti popolo alla riscossa, bandiera rossa …”
Mentre intonavo le note pensavo se doveva finire così… Tutta la loro vita e le loro lotte, dai campi di concentramento alla ricostruzione di questo paese martoriato da un ventennio di dittatura e atrocità dovevano essere ricompensate da questo squallore? Non si riesce proprio ad accettare che uomini d’onore siano rappresentati oggi da faccendieri e uomini lacche. Poeri noi…
11 agosto
Oggi mi guardo il lago, grigio e nebbioso, non vedo la luce di sempre, i colori che lo rendono speciale e penso che in fondo anche questo è un segnale. Siamo delusi e soprattutto arrabbiati per essere stati usati da anni come oggetti superflui che prima o poi finiscono in discarica. Neanche il “recupero” questo pseudo governo di sinistra è riuscito a mettere in campo. Peggio del più becero neoliberismo.
Non riusciamo più a essere sereni, ma promettiamo battaglia, questo è certo. Per noi, come dice la foto, “l’ultima spiaggia”.
17 agosto
Lascio la Sila con il magone. Vero rivedo il mio bel mare per altri 4 giorni, non mi posso certo lamentare. Ma ora, fermo qui dopo un piccolo spuntino con davanti il Centro Storico di Cosenza, penso alle battaglie che ci attendono e alle vergognose ingiustizie subite da quello che consideravamo, anni fa, un Governo amico. Lo squallore dei loro finti sorrisi solo per difendere l’indifendibile. Povero paese!
Ci vorrebbe un’altra guerra partigiana per ristabilite i diritti e l’onestà. Noi ci siamo e siamo pronti ad andare… AVANTI. Questa sera farò un tuffo per voi. Ora mi attende la strada… ma tanta strada.
Diceva Matteo nel Vangelo «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Niente da dire sulla parola di Gesù solo che la banca, le bollette, le spese non possono aspettare all’infinito. Questo sarebbe il Paese che riparte… Mancata riscossione di parte del mese di giugno 20 giorni per la precisione, mancata riscossione ad oggi 59° giorno della NASPI, mancata riscossione del TFR dell’anno scolastico 2013-2014, mancata riscossione degli assegni famigliari di tutto l’anno 2014-2015… Altro che Italia che riparte qui siamo affondando senza ancora di salvataggio.
Bella estate comunque e scusate i “pensieri di un’estate al verde”
È evidente che le prossime stupidissime battaglie tra precari si consumeranno su questo sostantivo: merito. La quesitone del merito è dirimente. Offre la rassicurante possibilità di sentenziare “tu si” e “tu no”.
Ma qual’è il merito nella scuola? Quale è la base culturale per opporre un docente meritevole a un docente non meritevole?
Se volessimo partire da una analisi etimologica del sostantivo meritum, dovremmo concludere che il merito è semplicemente “la mercede o la ricompensa spettante” o ancora, “una porzione” (etimo.it).
La trappola evidente è la confusione generata dalla questione di merito per quanto attiene al mondo scuola. Il merito di uno studente universitario è possedere un’adeguata preparazione di base delle discipline di studio. L’istituzione universitaria assolve alla responsabilità di selezionare il merito in tal senso. Lo studente deve acquisire gli strumenti e le conoscenze necessarie per poter concludere un ciclo di studi significativo.
Ma la selezione del docente non può tradursi in una sovrapposizione del modus operandi universitario. Il docente è un’altra cosa. Il docente è già obbligatoriamente stato selezionato sul merito nozionistico. La selezione del docente deve calibrarsi su parametri necessariamente diversi: la capacità di comunicare, di tenere la classe, di utilizzare risorse dispensative e compensative, di tradurre i saperi e le conoscenze nella maniera opportuna… Tutto questo impatta sul processo di formazione dei docenti in Italia: nessuno insegna a insegnare.
In questo percorso di apprendimento “a bottega” dell’insegnamento, io inquadro l’esperienza dell’insegnamento stesso come un processo fondamentale per la determinazione del merito. L’esperienza di insegnamento è merito, e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Non si vuole ridimensionare la responsabilità del docente di mantenere e aggiornare la propria preparazione culturale, ma la questione di merito è diventato lo strano vessillo di “precariucci” incapaci di comunicare tra pari e quindi pericolosamente incapaci di comunicare ai loro alunni.
A loro dedico questo scorcio di un pensiero di Blaise Pascal “Assassino o uomo di valore”, con la speranza che presto smetteremo di vedere i colleghi dall’altra parte del fiume…..
– Perché mi uccidete?
-E non abitate forse dall’altra parte del fiume? Amico mio, se voi abitaste da questa parte sarei un assassino, e sarebbe un’ingiustizia ucciderti così. Ma visto che abitate dall’altra parte, io sono un uomo di valore, e uccidervi è giusto.
Molti di noi si sono chiesti nelle ultime 24 ore… “e adesso?” Nella mente ognuno ha in qualche modo materializzato il suo personalissimo fantasma, forse con contorni più o meno definiti ma con un appellativo inconfondibilmente raggelante: concorso!
Mi sono domandato in questi giorni se ancora avesse senso parlare di Coordinamento Docenti Precari. Se fosse piuttosto corretto ammettere il fallimento del progetto, lasciando melodrammaticamente traccia di questo con uno dei miei soliti post effetto “panza”.
Ma io non sono così. Non ci riesco. Non sono un istintivo, non mi abbatto come non mi esalto facilmente. Devo capire. Analizzare.
Mercoledì sera come amministratori del CDP ci siamo ritrovati. Ci siamo guardati in faccia e abbiamo avviato l’analisi della situazione… una sorta di conguaglio, dal momento che già da prima di settembre abbiamo iniziato a lavorare alla Buona Scuola. Per quello che atteneva al precariato il primo documento presentato da Renzi prevedeva questo: concorso con test preselettivo, non riservato, ma aperto ai laureati fino al 2003. Classi affini anche in presenza di abilitati, impossibilità tassativa di insegnare senza un’abilitazione.
Il testo licenziato ieri prevede un concorso riservato agli abilitati, senza test preselettivo (indipendentemente dall’odg Ascani) classi affini solo non in presenza di abilitati e possibilità per i docenti di 3 fascia di continuare a insegnare in attesa di abilitazione. In mezzo a queste due tipologie di concorso ci sta un lavoro enorme. Il lavoro nostro! Il lavoro dei precari in generale. I sindacati non hanno avuto nessun peso politico. Senza questo nostro impegno saremmo ancora invischiati in un documento tragico.
Vero che non abbiamo eliminato la prova concorsuale, ma ormai il mantra è chiaro: c’è concorso e concorso.
Avvicino nuovamente il bicchiere di weiss e arringo i miei colleghi: “cavolo il miglior emendamento alla Camera (emendamento Cuperlo) lo abbiamo presentato noi. In Commissione Cultura ad aprile il CDP è stato considerato tra i migliori relatori a Camere Congiunte”.
Le possibilità operative sono 2 e qui chiediamo a voi di esprimere liberamente la vostra opinione:
1)Salutarsi amabilmente, chiudere questa pagina e lasciare che altri gruppi di precari assatanati lavorino sui Decreti Attuativi (test preselettivo, classi affini, metodologia concorsuale…). Leggere ogni giorno Orizzonte Scuola e perché no, ascoltare qualche vecchio vinile di Marco Masini;
2)Considerare che da oggi possa e debba iniziare una stagione nuova nel mondo della scuola e nei diritti sociali degli insegnanti in quanto cittadini. Pensare a un’assemblea per settembre e da settembre in poi seguire traccia di un percorso di politiche scolastiche e sociali che non ci costringano al Travelgum in cabina elettorale. Creare un documento programmatico da proporre alla scuola e alla politica. Insomma collaborare tutti e dico tutti per creare una realtà nostra da opporre al sistema e presentare con voce più marcata le nostre istanze.
Basta con i post demoralizzanti, basta con i piagnistei, basta con l’afflizione sfigatizia… Siamo ancora docenti e rappresentanti della cultura storica del popolo italico. Noi siamo la scuola!
Nel contempo già da oggi abbiamo iniziato a tessere rapporti di dialogo politico collaborativo con chi dovrà rimpolpare di carne l’ossatura di questo DDL.
Questa è la proposta. Nulla potrà essere come prima, nemmeno una pagina facebook.
Abbiamo la possibilità di scegliere, noi vi chiediamo di farlo da uomini e donne, da mogli e mariti, da padri e madri. Vi chiediamo di decidere cosa fare con il vostro futuro. Ogni riflessione sarà fondamentale perché noi decideremo insieme a voi.
A cattivo principio, cattiva fine…diceva Tito Livio, come dargli torto. Oggi, purtroppo, la fine di questo disegno di legge si è concluso senza quell’ascolto richiesto e comunque contro gli abilitati di seconda fascia, così come diceva a Parma la Malpezzi.
Preferisco non commentare subito, rischierei la denuncia…Magari lo farò fra qualche giorno insieme a Nicola, Pietro, Cristina, Laura e Valeria. Metabolizziamo la sconfitta in questa battaglia, sperando di vincere la battaglia finale. Intanto oggi preferisco farvi ascoltare le voci dei rappresentanti che hanno stabilito questa prima parte della lotta.
Ieri finivo esami e lavoro. Non so se ritornerò in cattedra, di certo non dimenticherò chi è la causa di questa ingiustizia. Anche l’altra sera siamo stati a Pratolino (FI) a discutere in un dibattito sulla buona scuola con la senatrice Di Giorgi, ma anche lei mi è sembrata non ascoltare e capire le vere ragioni del dissenso, neanche della sua cara amica e collega di tanti anni di lotte al Comune di Firenze, Daniela Lastri. Nicola ha cercato di spiegare le nostre ragioni…
Peccato che abbiate chiuso in modo così categorico ogni tentativo di ricucitura, anche con soluzioni alternative più logiche e risolutive dei problemi che questo DdL aprirà, per non parlare di tutti i contenziosi che seguiranno dopo la sua applicazione. Così alle domande di Laura e Alessandra non ci sono risposte valide…
Pazienza farsi del male da soli, ma perdere l’elettorato e condannarsi a una sconfitta per i prossimi dieci anni, per aver deliberatamente e a tavolino deciso la rottura insanabile con la sinistra che c’è fuori e dentro il PD, è una colpa grave che non è giusto ricada su di noi.
Diceva Calvino: “Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere”
Forse sarà un caso, ma se i due attacchi sono venuti su lavoro e scuola, non deve essere proprio casuale. Volevate scientificamente colpire la sinistra nelle sue fondamenta e far crollare in un colpo una storica illusione. Io non so chi vi abbia ispirato ma come diceva Milan Kundera: “Le persone affascinate dall’idea del progresso non intuiscono che ogni passo in avanti è nello stesso tempo un passo verso la fine.”
Noi comunque il 7, 8 e 9 luglio saremo a Roma per impedire tutto questo e per chiedere fino alla fine di ripensarci.
Concluderei con Tito Livio: “A cattivo principio cattiva fine”.
È connaturato nel nostro italico vivere. La necessità di isolare “l’untore”, il principale colpevole di questa rovinosa battuta d’arresto nella stabilizzazione dei precari e dell’insabbiamento della Riforma. È una inquisitoria caccia alle streghe: chi ferma la riforma?
Se dovessi laconicamente stilare una classifica di merito per inchiodare in qualche modo qualcuno sul banco degli imputati, a costo di stupirvi, non metterei in testa di serie il Presidente del Consiglio e nemmeno la sbiadita e scialba Ministra dell’Istruzione.
Il “nemico pubblico numero uno” è il mezzo di informazione. Le testate giornalistiche a tiratura nazionale, la terza camera del “tricameralismo” perfetto: il salotto vesponiano di Porta a Porta, le sibilline pagine virtuali dei numerosi siti piuttosto che blog specializzati su questa maledetta riforma. Qualcuno pensa che Viale Trastevere prima di ospitare il monumentale palazzo del MIUR, fosse stato un cimitero Sioux e che le disgrazie siano la materializzazione di qualche sciagura punitiva.
La verità è che il MIUR ha retto il gioco del Governo, perché non posso davvero credere che il Sottosegretario Faraone, fino a quattro giorni fa, dalle pagine di Repubblica snocciolasse numeri degni del peggiore Otelma sulla consistenza dei precari della scuola che chiedono di essere stabilizzati: 600.000.
Ora la scena è questa: Pasquale, muratore disoccupato e incacchiato, la mattina va al Bar, perché il vizio del caffè e della sigaretta al tavolino proprio non se lo può negare… prende un giornale, La Repubblica, e leccandosi l’indice della mano destra sfoglia distrattamente il quotidiano, già abbondantemente consunto da pratiche affini di precedenti lettori; i suoi occhi scorrono inutilmente i titoli e qualche occhiello. La sua è una lettura catartica: deve pur esserci un colpevole se prima riusciva a guadagnare 3400€ al mese dichiarandone 1500€. Poi legge in terza pagina: “La scuola non è un assumificio”. Pasquale si guarda intorno e sbrogliando il pacchetto di CAMEL sentenzia: “questi li manderei tutti a zappare…”
Cari colleghi, “questi” saremmo noi.
Se dovessi formattare il mio cervello e leggere i quotidiani di ieri, potrei tranquillamente concludere che una parte di Sinistra del PD e i sindacati stiano tutelando la lobby dei docenti della scuola. Di lavoratori privilegiati, intoccabili e colpevoli del “male di vivere” dell’italiano medio. Il gioco di chi informa è supportare l’idea che “noi siamo il nostro problema” e che quindi la riforma debba necessariamente tradursi in un “prendere o lasciare”.
Ecco perché Matteo è il secondo sul banco degli imputati: perché lui come il mitico allevatore cinofilo degli anni ottanta si limita a dire : “io do PAL ai miei hani (cani in toscanaccio)” e butta nella mischia 100.000 assunzioni, lasciando che precari, sinistra DEM, sindacati e mondo scolastico si sbranino tra di loro per mangiarne un boccone.
Per dovere di cronaca due righe sulla Giannini, assolta per evidente incapacità di “intendere e di volere”.
Si farebbe un torto all’onor del vero escludendo lei, la Sen. Francesca Puglisi, dalla lista dei soggetti schizoidi della politica italiana. La signora che più di tutti osta l’ingresso in ruolo ai precari delle Graduatorie di Istituto che da anni prestano servizio su cattedre vacanti e disponibili. La signora che faticosamente ripete che l’anzianità e l’abilitazione non costituiscono genesi di diritto in ambito scolastico. Una Senatrice con la memoria di un pesce rosso, che dopo un giro nel boccione di vetro si è dimenticata di quando, meno di due anni fa, arringava le folle con queste argomentazioni… sentite sentite.
Qualche mese dopo presenta la proposta del PD sulla scuola:
Chiediamo a tutti voi di trarre conclusioni sul conto di tale classe politica e sulla loro capacità di rappresentanza dei nostri valori culturali.
Cosa succederà ora? “Lo scopriremo solo vivendo”.