THE DAY AFTER

THE DAY AFTER

Molti di noi si sono chiesti nelle ultime 24 ore… “e adesso?” Nella mente ognuno ha in qualche modo materializzato il suo personalissimo fantasma, forse con contorni più o meno definiti ma con un appellativo inconfondibilmente raggelante: concorso!
Mi sono domandato in questi giorni se ancora avesse senso parlare di Coordinamento Docenti Precari. Se fosse piuttosto corretto ammettere il fallimento del progetto, lasciando melodrammaticamente traccia di questo con uno dei miei soliti post effetto “panza”.
Ma io non sono così. Non ci riesco. Non sono un istintivo, non mi abbatto come non mi esalto facilmente. Devo capire. Analizzare.
Mercoledì sera come amministratori del CDP ci siamo ritrovati. Ci siamo guardati in faccia e abbiamo avviato l’analisi della situazione… una sorta di conguaglio, dal momento che già da prima di settembre abbiamo iniziato a lavorare alla Buona Scuola. Per quello che atteneva al precariato il primo documento presentato da Renzi prevedeva questo: concorso con test preselettivo, non riservato, ma aperto ai laureati fino al 2003. Classi affini anche in presenza di abilitati, impossibilità tassativa di insegnare senza un’abilitazione.
Il testo licenziato ieri prevede un concorso riservato agli abilitati, senza test preselettivo (indipendentemente dall’odg Ascani) classi affini solo non in presenza di abilitati e possibilità per i docenti di 3 fascia di continuare a insegnare in attesa di abilitazione. In mezzo a queste due tipologie di concorso ci sta un lavoro enorme. Il lavoro nostro! Il lavoro dei precari in generale. I sindacati non hanno avuto nessun peso politico. Senza questo nostro impegno saremmo ancora invischiati in un documento tragico.
Vero che non abbiamo eliminato la prova concorsuale, ma ormai il mantra è chiaro: c’è concorso e concorso.
Avvicino nuovamente il bicchiere di weiss e arringo i miei colleghi: “cavolo il miglior emendamento alla Camera (emendamento Cuperlo) lo abbiamo presentato noi. In Commissione Cultura ad aprile il CDP è stato considerato tra i migliori relatori a Camere Congiunte”.

Le possibilità operative sono 2 e qui chiediamo a voi di esprimere liberamente la vostra opinione:

1)Salutarsi amabilmente, chiudere questa pagina e lasciare che altri gruppi di precari assatanati lavorino sui Decreti Attuativi (test preselettivo, classi affini, metodologia concorsuale…). Leggere ogni giorno Orizzonte Scuola e perché no, ascoltare qualche vecchio vinile di Marco Masini;
2)Considerare che da oggi possa e debba iniziare una stagione nuova nel mondo della scuola e nei diritti sociali degli insegnanti in quanto cittadini. Pensare a un’assemblea per settembre e da settembre in poi seguire traccia di un percorso di politiche scolastiche e sociali che non ci costringano al Travelgum in cabina elettorale. Creare un documento programmatico da proporre alla scuola e alla politica. Insomma collaborare tutti e dico tutti per creare una realtà nostra da opporre al sistema e presentare con voce più marcata le nostre istanze.

Basta con i post demoralizzanti, basta con i piagnistei, basta con l’afflizione sfigatizia… Siamo ancora docenti e rappresentanti della cultura storica del popolo italico. Noi siamo la scuola!
Nel contempo già da oggi abbiamo iniziato a tessere rapporti di dialogo politico collaborativo con chi dovrà rimpolpare di carne l’ossatura di questo DDL.
Questa è la proposta. Nulla potrà essere come prima, nemmeno una pagina facebook.

Abbiamo la possibilità di scegliere, noi vi chiediamo di farlo da uomini e donne, da mogli e mariti, da padri e madri. Vi chiediamo di decidere cosa fare con il vostro futuro. Ogni riflessione sarà fondamentale perché noi decideremo insieme a voi.

Mimmo Bruni Pietro Danesi Cristina Nassi Valeria Rosamunda Perri Laura Isolani

MALA TEMPORA CURRUNT

A cattivo principio, cattiva fine…diceva Tito Livio, come dargli torto. Oggi, purtroppo, la fine di questo disegno di legge si è concluso senza quell’ascolto richiesto e comunque contro gli abilitati di seconda fascia, così come diceva a Parma la Malpezzi.

Preferisco non commentare subito, rischierei la denuncia…Magari lo farò fra qualche giorno insieme a Nicola, Pietro, Cristina, Laura e Valeria. Metabolizziamo la sconfitta in questa battaglia, sperando di vincere la battaglia finale. Intanto oggi preferisco farvi ascoltare le voci dei rappresentanti che hanno stabilito questa prima parte della lotta.

Votazione Finale

Dichiarazione di voto Malpezzi PD

Dichiarazione di voto Vacca M5S

Dichiarazione di voto Pannarale SEL

Dichiarazione di voto Palmieri FI

Parte della dichiarazione di voto Borghesi Lega

Dichiarazione di voto Meloni FdI

Dichiarazione di voto Di Lello socialisti

Dichiarazione personale di voto Rampelli FdI

Dichiarazione personale di voto Galli PD

Dichiarazione personale di voto Fossati PD

Dichiarazione personale di voto Fassina PD

FAVOREVOLI

CONTRARI

USCITI DALL’AULA o ASTENUTI

Dopo Tito Livio termino con Cicerone: “Mala tempora currunt”

A cattivo principio, cattiva fine.

Ieri finivo esami e lavoro. Non so se ritornerò in cattedra, di certo non dimenticherò chi è la causa di questa ingiustizia. Anche l’altra sera siamo stati a Pratolino (FI) a discutere in un dibattito sulla buona scuola con la senatrice Di Giorgi, ma anche lei mi è sembrata non ascoltare e capire le vere ragioni del dissenso, neanche della sua cara amica e collega di tanti anni di lotte al Comune di Firenze, Daniela Lastri. Nicola ha cercato di spiegare le nostre ragioni…

Peccato che abbiate chiuso in modo così categorico ogni tentativo di ricucitura, anche con soluzioni alternative più logiche e risolutive dei problemi che questo DdL aprirà, per non parlare di tutti i contenziosi che seguiranno dopo la sua applicazione. Così alle domande di Laura e Alessandra non ci sono risposte valide…

Pazienza farsi del male da soli, ma perdere l’elettorato e condannarsi a una sconfitta per i prossimi dieci anni, per aver deliberatamente e a tavolino deciso la rottura insanabile con la sinistra che c’è fuori e dentro il PD, è una colpa grave che non è giusto ricada su di noi.

Diceva Calvino: “Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere”

Forse sarà un caso, ma se i due attacchi sono venuti su lavoro e scuola, non deve essere proprio casuale. Volevate scientificamente colpire la sinistra nelle sue fondamenta e far crollare in un colpo una storica illusione. Io non so chi vi abbia ispirato ma come diceva Milan Kundera: “Le persone affascinate dall’idea del progresso non intuiscono che ogni passo in avanti è nello stesso tempo un passo verso la fine.”

 Noi comunque il 7, 8 e 9 luglio saremo a Roma per impedire tutto questo e per chiedere fino alla fine di ripensarci.

 Concluderei con Tito Livio: “A cattivo principio cattiva fine”.

AVANTI!

CHI FERMA LA RIFORMA

CHI FERMA LA RIFORMA

È connaturato nel nostro italico vivere. La necessità di isolare “l’untore”, il principale colpevole di questa rovinosa battuta d’arresto nella stabilizzazione dei precari e dell’insabbiamento della Riforma. È una inquisitoria caccia alle streghe: chi ferma la riforma?

Se dovessi laconicamente stilare una classifica di merito per inchiodare in qualche modo qualcuno sul banco degli imputati, a costo di stupirvi, non metterei in testa di serie il Presidente del Consiglio e nemmeno la sbiadita e scialba Ministra dell’Istruzione.
Il “nemico pubblico numero uno” è il mezzo di informazione. Le testate giornalistiche a tiratura nazionale, la terza camera del “tricameralismo” perfetto: il salotto vesponiano di Porta a Porta, le sibilline pagine virtuali dei numerosi siti piuttosto che blog specializzati su questa maledetta riforma. Qualcuno pensa che Viale Trastevere prima di ospitare il monumentale palazzo del MIUR, fosse stato un cimitero Sioux e che le disgrazie siano la materializzazione di qualche sciagura punitiva.
La verità è che il MIUR ha retto il gioco del Governo, perché non posso davvero credere che il Sottosegretario Faraone, fino a quattro giorni fa, dalle pagine di Repubblica snocciolasse numeri degni del peggiore Otelma sulla consistenza dei precari della scuola che chiedono di essere stabilizzati: 600.000.
Ora la scena è questa: Pasquale, muratore disoccupato e incacchiato, la mattina va al Bar, perché il vizio del caffè e della sigaretta al tavolino proprio non se lo può negare… prende un giornale, La Repubblica, e leccandosi l’indice della mano destra sfoglia distrattamente il quotidiano, già abbondantemente consunto da pratiche affini di precedenti lettori; i suoi occhi scorrono inutilmente i titoli e qualche occhiello. La sua è una lettura catartica: deve pur esserci un colpevole se prima riusciva a guadagnare 3400€ al mese dichiarandone 1500€. Poi legge in terza pagina:   “La scuola non è un assumificio”.   Pasquale si guarda intorno e sbrogliando il pacchetto di CAMEL sentenzia: “questi li manderei tutti a zappare…”

Cari colleghi, “questi” saremmo noi.
Se dovessi formattare il mio cervello e leggere i quotidiani di ieri, potrei tranquillamente concludere che una parte di Sinistra del PD e i sindacati stiano tutelando la lobby dei docenti della scuola. Di lavoratori privilegiati, intoccabili e colpevoli del “male di vivere” dell’italiano medio.  Il gioco di chi informa è supportare l’idea che “noi siamo il nostro problema” e che quindi la riforma debba necessariamente tradursi in un “prendere o lasciare”.

Ecco perché Matteo è il secondo sul banco degli imputati: perché lui come il mitico allevatore cinofilo degli anni ottanta si limita a dire : “io do PAL ai miei hani (cani in toscanaccio)” e butta nella mischia 100.000 assunzioni, lasciando che precari, sinistra DEM, sindacati e mondo scolastico si sbranino tra di loro per mangiarne un boccone.

Per dovere di cronaca due righe sulla Giannini, assolta per evidente incapacità di “intendere e di volere”.

Si farebbe un torto all’onor del vero escludendo lei, la Sen. Francesca Puglisi, dalla lista dei soggetti schizoidi della politica italiana. La signora che più di tutti osta l’ingresso in ruolo ai precari delle Graduatorie di Istituto che da anni prestano servizio su cattedre vacanti e disponibili. La signora che faticosamente ripete che l’anzianità e l’abilitazione non costituiscono genesi di diritto in ambito scolastico.   Una Senatrice con la memoria di un pesce rosso, che dopo un giro nel boccione di vetro si è dimenticata di quando, meno di due anni fa, arringava le folle con queste argomentazioni… sentite sentite.

Qualche mese dopo presenta la proposta del PD sulla scuola:

Chiediamo a tutti voi di trarre conclusioni sul conto di tale classe politica e sulla loro capacità di rappresentanza dei nostri valori culturali.
Cosa succederà ora?   “Lo scopriremo solo vivendo”.

Noi comunque andiamo AVANTI!

 

Emendamento 10.19 firmato da 10 senatori PD

Emendamento  10.19  firmato da 10 senatori PD

Ecco la nostra creatura e i firmatari. Vorrei ringraziare il nostro Azzeccagarbugli Pietro Danesi, piegato alla stesura e alla discussione dell’emendamento per ore… grazie Marcella Neri per la sua collaborazione e per la sua maestria nell’essere così brava come avvocato del diavolo tanto da permettere al nostro emendamento di arrivare in aula perfettamente inalterato. Grazie a Mimmo Bruni Laura Isolani Valeria Rosamunda PerriCristina Nassi, perché mentre io contrattavo al Senato, loro si consumavano le scarpe per la nostra campagna alle Regionali. Grazie a tutti voi perché se penso che questo gruppo, nato pochi mesi fa dalla commistione di rabbia e disperazione di noi precari toscani, è riuscito ad arrivare a emendare con un risultato egregio alla Camera e a ottenere un plebiscito di firmatari al Senato è anche grazie a tutti voi.
Da domani, appena avremo il numero dell’emendamento cercheremo di fare la conta dei numeri dei Senatori.
Lo sapete vero….
Avanti!

Sito Senato

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EMENDAMENTO

 

 

Facciamo un po’ di storia

 

 


LA ROBAPAZZA CHE STRUMPALLAZZA

LA ROBAPAZZA CHE STRUMPALLAZZA

Ho un ricordo netto della ROBAPAZZA… di un pomeriggio di più di 30 anni fa. Mi madre si materializzò nella mia cameretta con sta roba. Io avevo la febbre… Aprii la scatola e con un po’ di delusione realizzai che si trattava di una semplice palla…

Ma la ROBAPAZZA era una palla speciale. Tu la lanciavi e non potevi seguirla… ora zigzagava, poi tornava indietro, improvvisamente due scatti in avanti…. Una palla magica davvero!!
Ma la mia curiosità di scoprire il magico e sofisticato meccanismo alla base di tale prodigio fu nettamente più forte del divertimento che mi procurava lanciarla nel corridoio. Così un giorno mi decisi…. presi il coltello più affilato e la divisi in due. Quello fu uno dei giorni più deludenti della mia vita: dentro era posizionata una sfera di piombo fuori asse che permetteva di modificare continuamente la traiettoria della palla. Seduto sul pavimento di camera capii due cose: 1) che all’interno della palla non c’era nulla di magico; 2) che sta palla non serviva a nulla perché presto ti rompevi le scatole di correre dietro a una cosa inutile che non seguiva nessuna direzione… Rimisi i brandelli della ROBAPAZZA nell’armadio, presi il mio SUPERSANTOS (il mitico pallone degli anni ’80) e scesi in cortile.

Ieri seguendo Porta a Porta , questa volta seduto sul divano, ho provato la stessa sensazione di quel pomeriggio: ieri dentro la scatola c’era il Governo Renzi….praticamente una ROBAPAZZA CHE STRUMPALLAZZA, che non va da nessuna parte, che segue traiettorie inutili quanto improvvise. Lo hanno seguito in milioni affascinati da questa sua capacità di sterzare in maniera imprevedibile. Poi un giorno qualcuno si è stufato, ha aperto il giocattolo e delusamente ha dovuto concludere che dentro non c’è niente, ma solo qualcosa fuori asse che non ti porta da nessuna parte e che soprattutto non serve a nulla…

È arrivato il momento del SUPERSANTOS.

Nicola Iannalfo

robapazza

CONSEGNATE FIRME

Serata piena, come molte di questi giorni…
Chiacchierata con il Presidente Rossi nel suo comitato elettorale in Piazza Frescobaldi dalle 18:45 alle 19:35. Intanto abbiamo finalmente avuto l’occasione di consegnargli le otre 3000 firme dei cittadini toscani, contrari al Disegno di Legge 2994. A questo proposito il primo ringraziamento di tutti noi è a tutti quei colleghi che con immenso sacrificio hanno consentito questo risultato, al di la di ogni più rosea aspettativa.
Lo stesso Rossi è rimasto molto colpito dalla mole di pagine firmate.
In seguito ci siamo dilungati sulle ragioni per le quali questo DdL è così osteggiato da tutti coloro che la scuola la fanno tutti i giorni. Anche sulle incomprensibili ragioni per le quali alcuni docenti siano esclusi da questo piano così come tra l’altro risulta da tutti i questionari svolti da tutti i candidati del PD presenti nel Blog.
Si è impegnato, ancora una volta, a fare pressione sul Premier affinché si possa modificare il DdL durante l’iter parlamentare al Senato, attraverso nuovi emendamenti, e si è offerto di aiutarci in prima persona con Cuperlo e Gotor affinché questo porti ad una soluzione positiva rispetto a quello accaduto alla Camera (gli abbiamo spiegato che sarebbero bastati solo 30 voti a favore per l’approvazione dell’emendamento 10.72).

Ci ha inoltre confermato l’invio del questionario e di parlarne personalmente con Renzi al teatro Puccini.
Dopo una passeggiata per il centro, ci siamo recati alla kermesse per la chiusura della campagna elettorale regionale. Sala piena ma, ripensando alle vecchie piazze di tanti anni fa, mi è tornata in mente la domanda di qualche settimana fa: ma chi lo vota questo PD?  Comunque accesso blindatissimo, alle 23 l’intervento di Renzi, direi poco incisivo e forse anche per un po’ di stanchezza. Verso la fine abbiamo rotto il blocco e ci siamo infilati per scattare qualche foto, ma soprattutto per chiacchierare qualche minuto con la fedelissima Bonafè che ha mostrato qualche apertura e disponibilità ad approfondire, con ulteriori incontri, le problematiche dei precari di seconda e terza fascia, il vero agnello sacrificale della nuova riforma.
Come dice Nicola, Avanti!

Consegna delle firme contro il DdL 2994 al Governore Enrico Rossi

FIRME

Emendamento 10.72

Che dire, per soli pochi voti l’emendamento non è passato.

Subito dopo, Gianni Cuperlo ha mandato un messaggio a Nicola:

” Siamo andati sotto di soli 30 voti (177 maggioranza). Se alzate il tono e non mollate al Senato possono passare. Fammi sapere se i colleghi hanno comunque apprezzato ciao”

352 VOTANTI
3 ASTENUTI
147 FAVOREVOLI
205 CONTRARI
RESPINTO

Intervento di Gianni Cuperlo

Ecco chi ha votato a FAVORE e  CONTRO

Grazie deputati, ci ricorderemo di Voi!

Ecco chi ci ha “esodati”

Non staremo a casa a piangere… questo è garantito. Avanti!

In un contesto surreale di riunioni e pacificazioni disattese, noi nel silenzio e nel “contenimento energetico” andiamo avanti.

Oggi On. Cuperlo mi ha telefonato per informarmi che avevo un quarto d’ora di tempo per inviargli un emendamento da presentare alla Camera a favore dei precari. Stavo per partire alla volta di Bologna, dove nel pomeriggio avrei incontrato Maurizio Landini. Torno velocemente a scuola e grazie all’aiuto indispensabile di Marcella Neri estrapolo dal nostro emendamento inviato a suo tempo all’ On. Rocchi la parte relativa all’art. 8.

In questa parte chiediamo un “concorso per soli titoli riservato agli insegnanti abilitati inseriti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto”. Per tutti e dico tutti gli abilitati. Con Cuperlo al telefono discutiamo sull’ammissibilità di tale emendamento… dal momento che gli emendamenti che chiedevano il “concorso per soli titoli” sono arenati su margini di costituzionalità. Gli prometto la firma e il parere tecnico sull’ammissibilità del concorso da parte del Procuratore della Repubblica Deidda… e questa sera Laura Isolani e l’Avv. Debora Lombardi Bufalini stanno lavorando insieme al Procuratore per inviare entro domani tutto ciò che occorre a Cuperlo.
La vera funzione di tale emendamento è trasmettere un indirizzo politico chiaro da parte della Sinistra DEM, che si avvita intorno a posizioni sbiadite. È chiaro che isolare il governo nelle sue posizioni è l’unica arma che ci rimane per poter ancora credere di essere “liberi cittadini” e ottenere ciò che ci spetta: il riconoscimento dello status giuridico di precari e la conseguente stabilizzazione.
Più pragmatico l’incontro con l’amico Landini. Allunga la mano con la sua COALIZIONE SOCIALE, chiede a noi di riempire gli spazi lasciati deserti da una politica che non riesce più a sintonizzarsi con il cittadino. Cittadino e scuola sono una sola cosa. Ci sostiene per la nostra campagna per le Regionali e soprattutto ha messo a disposizione la sua faccia e la sua esperienza per le manifestazioni, anche eclatanti, che nei prossimi giorni potrebbero rendersi necessarie se i nostri diritti in qualche modo saranno calpestati.
Non staremo a casa a piangere… questo è garantito.
Avanti!

Nicola Iannalfo

Conosci il tuo Candidato… e poi SCEGLI!

Conosci il tuo Candidato… e poi SCEGLI!

Il CDP sta preparando una campagna informativa su scala nazionale in relazione alle prossime Elezioni Regionali che si terranno in sette regioni italiane: Puglia, Campania, Toscana, Liguria, Veneto, Marche e Umbria.
La campagna sarà molto semplice. In ogni regione sede di elezioni, un comitato di Docenti Precari sottoporrà ai candidati regionali un format di poche domande standardizzate. I caratteri concessi per le risposte saranno anch’essi standard, non permetteremo che panegirici confondano le risposte (abbiamo imparato dal format fasullo su LA BUONA SCUOLA). Chiediamo a loro cosa pensano del DDL governativo sulla Scuola e cosa intendano fare per la modifica sostanziale di tale provvedimento con particolare attenzione alle politiche di stabilizzazione del precariato.
Chiederemo inoltre di rendere pubbliche le loro risposte ed eventualmente trasmetteremo il loro diniego in tal senso. Tutti i report con le risposte date e quelle negate e i relativi nomi dei candidati saranno rese pubbliche nel sito www.docentiprecari.it e in altre pagine che accoglieranno questa campagna di informazione nazionale.
L’articolato del DDL non lascia intatto nessun comparto della scuola, intervenendo nella maggior parte dei casi in maniera marcatamente peggiorativa. Anche i colleghi di ruolo dovranno avere consapevolezza della campagna informativa.
Il presente documento, assolutamente apolitico, non intende sensibilizzare o indirizzare le preferenze di voto in alcun modo, intende fornire ai cittadini in esercizio di tale diritto la possibilità di poter conoscere il proprio candidato e poi fare la propria scelta.
In questo passaggio elettorale si offre a noi l’opportunità di decidere.

Con le preferenze, anche uno scarto di un centinaio di voti può fare la differenza.
Detta tra noi… se vuoi la poltrona te la devi meritare.

poltrona

Scheda Questionario Elezioni

RISPOSTE CANDIDATI:

https://www.docentiprecari.it/regionali

Gli “opliti” del CDP.

Siamo Noi, siamo Noi... i Precari della scuola siamo Noi...
Siamo Noi, siamo Noi… i Precari della scuola siamo Noi…

Il CDP partecipa allo sciopero indetto dalle sigle sindacali il 5 maggio. Fermarsi ora per non fermarsi per sempre. Fermarsi ora permette di lanciare un messaggio chiaro al paese: noi abbiamo detto basta! Fermarsi ora permette di unirci, di vederci… di comprendere che il tuo disagio è il mio disagio che la tua forza è la mia forza.

Su questo pensiero è riemersa alla mia memoria l’immagine di un oplita (gli scampoli del mio sbiadito esame di Storia Greca).  La falange oplitica era la forza militare che l’esiguo esercito greco opponeva al devastante esercito persiano. Il soldato oplita, con il suo scudo non proteggeva se stesso, ma il soldato alla sua destra e a sua volta era protetto da un altro oplita posizionato alla sua sinistra. Questo li costringeva a stare uniti e a non allontanare mai la spalla dalla spalla del proprio compagno. Così si vince!

Il lavoro che molti di voi in questi giorni stanno svolgendo a nome del CDP nelle piazze e nei vari comizi sparsi per la regione mi convince che le nostre spalle sono unite. Vi posso garantire, dalle telefonate che ricevo, che hanno iniziato a sentire la nostra voce e in Regione qualcuno non dorme sonni tranquilli.

Grazie per il vostro lavoro.

Nicola Iannalfo

 

Le nostre vite sono in pericolo.

Le nostre vite sono in pericolo, è questo che mi ronza nella testa dopo una giornata ricca di emozioni.

Oggi a scuola, grazie a quei progetti che lasciano un segno nello sviluppo di un anno scolastico, ho conosciuto un sopravvissuto della strage di Capaci, l’Ispettore Luigi Corbo, ancora provato dalla strage che ha sconvolto la sua vita, mostrandoci l’amarezza di un uomo che ancora oggi non si dà pace per non essere stato in grado di difendere Giovanni Falcone. Mi ha colpito la voglia di un uomo dello Stato, oggi Ispettore alla Procura di Firenze, di far capire e trasmettere ai ragazzi  cosa è  veramente la mafia, da palermitano originario di uno dei quartieri più popolari della città, che ha vissuto per anni con il fenomeno mafioso.  Queste sue parole: “ci inculcavano sin da piccoli che la mafia non esisteva e che era un’invenzione dei giornali. E invece, la mafia esiste e quello che ti dà oggi te lo richiede indietro triplicato domani”. Inoltre mi ha commosso vederlo nei filmati d’epoca, intervistato la notte  dopo la strage mafiosa in ospedale, con una chioma folta alla Cocciante. E poi dal vivo, con ormai pochi capelli, triste e malinconico, con gli occhi arrossati dalla commozione. Non dimenticherò soprattutto il suo racconto dello scorso 23 maggio 2014, l’anniversario della strage. Queste le sue parole:  “mia moglie mi ha costretto a fuggire da Firenze. Ero a Locarno e non pensavo a nulla, quando mi sono sentito colpire da qualcosa sulla spalla: un uccellino in volo aveva fatto cadere un pezzo di cibo dal becco, che era finito accidentalmente su di me. Istintivamente, ho guardato l’orologio: erano le 17.58. L’ora dell’esplosione a Capaci”.

Ecco questa è la scuola che amo, quella che scuote le coscienze e ti lascia uno spessore, che ti fa sentire cresciuto più della sera precedente. Per un insegnante di Tecnica alle medie, niente male.

Ma poi mi torna in mente la “buona scuola” e quello che dal prossimo anno non sarà più possibile vivere con i miei ragazzi e i cari colleghi con cui ho condiviso queste esperienze di vita e di crescita.

Ripensare che ancora oggi purtroppo, dopo le udienze in commissione e l’inizio dei lavori parlamentari, non si vede un’apertura, uno spiraglio, una via d’uscita. Altro che buona scuola e condivisione del progetto di legge, altro che eliminazione del precariato, qui l’unica certezza è l’eliminazione dei precari che negli ultimi 10 anni hanno consentito alla scuola di continuare ad offrire un servizio fondamentale per la collettività. Lo diciamo e lo ripetiamo da mesi, questo Disegno di Legge del Governo non prevede l’assorbimento di tutto il precariato e per essere più precisi, nemmeno del precariato storico. Questi docenti non possono essere considerati precari  giovani e inesperti, come erroneamente sostiene il Ministro. No, cara Giannini questi docenti devono essere considerati “precari storici”, avendo accumulato negli ultimi 15 anni diversi contratti annuali su cattedre vacanti.  L’unico torto a loro ascrivibile è quello di essersi abilitati dopo il 2006 ed è l’unica differenza con i colleghi inseriti nelle GaE. Quindi fuori dalle assunzioni straordinarie previste dal nuovo disegno di legge per il quale, gli unici precari sono quelli iscritti da decenni in tali liste e non coloro che lavorano nella scuola da più di dieci anni. Agli abilitati di seconda fascia, peraltro mai nominati insieme al personale ATA, viene proposto il Concorso,  per saggiare il merito della loro preparazione. È chiaro l’errore logico di tale soluzione, visto che in ogni attività  professionale, gli anni di anzianità costituiscono la base valida per attribuire merito. Non si capisce perché l’anzianità di servizio nella scuola debba essere svalutata a tal punto da diventare, con l’art. 12, “vietata per legge” stabilendo di non reiterare i contratti oltre i 36 mesi. Cioè la Corte di Giustizia Europea ci dice di assumerli a tempo indeterminato dopo 36 mesi di servizio e lo Stato italiano che fa: “li licenzia”.

Sembra un incubo.

Come se si potesse tornare indietro nel tempo e imporre un concorso come unica possibilità per ottenere il ruolo, malgrado tutti gli anni di servizio svolti. L’unica spiegazione fornita dal Governo come giustificazione è l’art.97 comma 3 della nostra Costituzione.  “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. Intanto noi non chiediamo di accedere all’insegnamento, perché nella scuola ci siamo da più di dieci anni, abbiamo formato schiere di studenti, nella scuola siamo cresciuti professionalmente e, in alcuni casi, anche invecchiati, diventando mariti o mogli, mettendo al mondo dei figli, e dopo tutto questo ci si dice: “abbiamo scherzato”.  Non sarà proprio questo un caso “stabilito dalla legge” soprattutto perché è lo Stato che con la legge “sana” se stesso e la sua abusiva pratica della reiterazione dei contratti a termine.  Lo dice la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014.  Perché è così difficile usare “il buon senso”?  È davvero impossibile prevedere una legge che sani questo abuso nei confronti dei lavoratori della scuola?  Dove è finita la nostra giustizia sociale se, per assicurarsi i voti di Forza Italia, si debba in cambio “eliminare” 80.000 precari della scuola pubblica?

Occorre prendere atto che dietro i numeri e le graduatorie vivono esseri umani con un cuore e sentimenti. Uomini e donne che faticano a trovare la serenità per entrare quotidianamente in classe e trasmettere la gioia di vivere.  Bisogna trovare una soluzione come l’apertura delle Graduatorie o un concorso per titoli così come prevede il dpr 487/1994, noi abbiamo diritto alla precedenza in quanto abbiamo prestato lodevole servizio. Lo deve fare la politica per restituire a ciascuno di noi il diritto che ci spetta, prima che arrivi il tribunale.

Mimmo Bruni

Io&Nico

La tempesta del dubbio

LA TEMPESTA DEL DUBBIO
Ormai è rituale che a ogni manifestazione sindacale molti di voi ci chiedano… allora?   Che si fa?   Ci organizziamo anche noi?

Devo ammettere che la vostra necessità di confronto mi gratifica e mi lascia intendere che stiamo davvero creando “il gruppo”.

Ma conseguentemente si affaccia una riflessione…

Che cos’è il CDP?   Un sindacato?   Un parasindacato che filtra le iniziative sindacali da condividere e quelle da non condividere? Non credo.   Il CDP è qualcosa di diverso e forse qualcosa di più.   Noi rispettiamo le vostre “tessere” e rispettiamo il lavoro dei sindacati, anche se ne cogliamo spesso la fragilità.   È naturale garantire appoggio a una manifestazione a favore dei lavoratori della conoscenza, ma contemporaneamente in queste settimane il nostro impegno è stato un altro.   La piazza, la norma, il parere autorevole e ora la leva politica.   Quattro livelli che per quelli che leggono il nostro programma non sono nuovi o sconosciuti.
Personalmente mi sono ritrovato molto spesso, come ben sapete, davanti al MIUR o dentro al Parlamento. Ogni giorno un gruppo di non meglio specificate categorie si ritrova davanti ai palazzi governativi per manifestare e ognuno ha il diritto di credere che quella sia la manifestazione del secolo… “Che ce sta lla fuori? I precari da scuola. Ma n’erano quelli de e quote latte? No quelli ce stavano ieri!”   Questo ho sentito dire nei corridoi del Parlamento mentre i miei amici erano fuori al freddo in piazza a protestare… Concedetemi una razionale tempesta del dubbio!

Certo che appoggiamo la manifestazione, ci mancherebbe altro.

La appoggiamo anche se non la organizziamo.  Ma sono stanco di giocare a tennis senza avversario, sono stanco di non avere un oggettivo ritorno per tutte le manifestazioni alle quali ho partecipato.

Il campo è politico e per me si traduce in una sola parola: ELEZIONI REGIONALI.  

Tenetevi pronti!

Nicola Iannalfo

IL III LIVELLO DELLA PROTESTA

Logo

Più di una volta abbiamo reso manifesto il nostro intento: la protesta deve articolarsi in più livelli.

I Livello è la manifestazione vera e propria. Le azioni di piazza, i flash mob…

II Livello è la “norma”, cioè la base programmatica della manifestazione, un testo giuridicamente fondato che costituisca il “perché” degli striscioni, degli slogan, delle urla. Gli ultimi mesi ci hanno permesso di capire che con le attuali forze governative non basta avanzare un diritto.  Le loro spiccate incapacità ci costringono a proporre/opporre la norma, perché se è facile dire “non possiamo” a un docente, non potrà similmente esserlo per la Costituzione. È qui che è emersa la fragilità dei Confederali: tutti chiedono e pochi propongono. Chi lo fa mostra “impotenza giuridica”, non riesce a sfondare “normativamente” il muro del “non si può”. Noi abbiamo lavorato sodo in questo senso.   Abbiamo la “norma”!

III Livello è il “parere autorevole”: la necessità di avallare il nostro testo e la norma con firme autorevoli, costituzionalisti, giuristi di caratura internazionale. Quando questi tre livelli si armonizzano la forza conseguente alla protesta è enorme. Il CDP in questi giorni sta lavorando al III Livello. Bussiamo quotidianamente alla porta di intellettuali della giurisprudenza perché prendano chiaramente una posizione.

Molti chiedono a noi se scenderemo in piazza oggi, se aderiremo alla Manifestazione di Pisa o di Firenze.
Se oggi molti docenti precari sono costretti ad assumere blister di iperico o litri di benzodiazepine è grazie anche alla fragilità e spesso inerzia dei sindacati che evidentemente ancora non hanno capito che la protesta non si consuma solo al I livello.

Detto questo, bene comunque la protesta e la manifestazione, ognuno decida in maniera personale.

Noi non daremo indicazioni.

Coordinamento Docenti Precari della Toscana

FLASH MOB – CDP Toscana

Con il flash mob di oggi i precari della scuola, riuniti in più di 200 nel centro storico di Firenze, lanciano un ultimatum al governo:

“la scuola torni alla scuola”.

La riforma calata dall’alto, che in questi giorni ancora giace incagliata al vaglio del Presidente della Repubblica, costituisce un arbitrario attacco all’autonomia e alla dignità dei docenti. Migliaia di precari infatti, dopo anni di servizio e dopo costosi percorsi abilitanti, sono costretti a rinunciare alla loro professionalità e al loro lavoro contrariamente a quanto espressamente richiesto dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, che ha inequivocabilmente richiesto al Governo italiano di sanare la pratica abusiva della reiterazione dei contratti di supplenza oltre i 36 mesi.  La parola deve tornare ai docenti, ai loro alunni e a tutti quelli che nella scuola vivono e lavorano.

La scuola si costruisce a scuola!

Coordinamento Docenti Precari

 

CARO PRESIDENTE

Caro Presidente Mattarella,

Le scrivo quello che sabato non sono riuscito a dirLe alla stazione Santa Maria Novella di Firenze.

Intanto volevo segnalarLe la triste sorte che molti insegnanti abilitati  subiranno il primo settembre a causa del disegno di legge “la buona scuola”: il licenziamento in tronco.

Sono anch’io un docente “precario” abilitato, con più di dieci anni di servizio nella scuola pubblica. Da mesi, insieme a tantissimi colleghi, continuo a ricercare un dialogo con i promotori di questa legge per far comprendere che l’idea e soprattutto la scelta “propagandistica” di  assumere tutti i precari delle GaE è un grosso errore, oltre che una vera ingiustizia.

Lo scorso 17 marzo eravamo in Piazza  Montecitorio per esprimere la nostra protesta verso questo Disegno di Legge e anche se non dovesse servire a nulla, ci resterà la convinzione di aver fatto la cosa “giusta”.

Intanto desidero illustrarLe la nostra idea di “precario” della scuola, tanto abusato ma poco corrispondente alla realtà.  Se nel corso degli ultimi 10-15 anni alcuni docenti hanno potuto accumulare anni e anni di supplenze, pur non essendo abilitati, è dovuto al fatto che nella scuola pubblica ci sono cattedre vacanti su Classi di Concorso esaurite da tempo nelle Graduatorie ad Esaurimento. Già qui si potrebbe trarre una semplice conclusione oggettiva: “c’è bisogno di loro nella scuola”.  Di contro migliaia di docenti senza alcuna cattedra disponibile verranno messi in ruolo attraverso il piano straordinario di assunzione. NON possiamo definire questi insegnanti dei “precari” della scuola, ma semplicemente aspiranti docenti. Alcuni di loro non sanno neppure cosa sia la scuola oggi, quali siano le problematiche relative alla professione docente, alla didattica per competenze o laboratoriale, il significato  di acronimi come POF, BES e DSA …

La scelta logica sarebbe stata quella di assumere e stabilizzare tutti coloro che adesso lavorano su cattedre vacanti a prescindere dalla graduatoria di riferimento. Solo un mese fa un ex ministro della Pubblica Istruzione aveva dichiarato: “le supplenze annuali sono state 137 mila, di queste 59mila sono da graduatorie ad esaurimento e 78.500 dalla seconda fascia delle graduatorie di istituto.” Dove sono finiti gli altri 79.000 docenti GaE che questo governo vuol stabilizzare?  Il prossimo primo settembre come si farà ad assegnare le cattedre se le graduatorie sono esaurite?

Caro Presidente la risposta è semplice, continueranno a impiegare NOI docenti inseriti nelle Graduatorie d’Istituto così come è avvenuto in passato, quindi paradossalmente, anche per il prossimo anno 10.000 – 30.000 posti saranno offerti a docenti precari da Graduatorie di Istituto. Nulla sarà cambiato: i docenti precari continueranno ad avere incarichi, senza continuità didattica, rimbalzando tra 20 scuole e aspettando ansiosamente una convocazione da settembre in poi. Un’evidente contraddizione d’intenti visto che “la Buona Scuola”  nasce proprio per eliminare quella che gli uomini di questo Governo hanno chiamato la “supplentite”.

I “precari” vivono dove muore la stabilità, quando lo Stato non è in grado di garantire in maniera continuativa a un docente la sua dignitosa cattedra. Il precario è un lavoratore attivo, che presta servizio… non riesco a identificarlo con un docente parcheggiato in graduatoria, che non avendo vinto un concorso possa, per la mancata periodicità dei concorsi stessi, attaccarsi all’idea d’idoneità. La patologia tutta italiana è proprio questa: l’incertezza assoluta della cadenza dei concorsi e la disparità dei posti distribuiti sulle varie classi di concorso. Precari sviliti in ogni frangente della vita scolastica; a partire dalle convocazioni per gli incarichi, strappate agli Uffici territoriali Provinciali e demandate ad anno scolastico abbondantemente cominciato, alla convulsa ricerca degli istituti scolastici stessi.  Per il Governo la soluzione è: Tutte le GaE in ruolo?  Sembra più uno slogan di piazza che la soluzione di un problema endemico di questo Paese. Una settimana fa leggevo l’intervista dell’ex Ministro Carrozza in cui affermava che sarebbe bastato utilizzare il suo programma che prevedeva appunto, per il primo anno, la copertura dei tutti i posti vacanti e disponibili.

Poi c’è la questione più vergognosa di come sono trattati i docenti abilitati e non abilitati delle Graduatorie di Istituto, esclusi del tutto dalle assunzioni, malgrado le promesse fatte già da settembre e successivamente nei vari incontri, convegni e consultazioni in cui ci è stato assicurato: “tutti i posti delle GaE che resteranno rispetto alle 148.000 assunzioni (non uno di meno) saranno attribuite alla G.I. con particolare riferimento alle classi di concorso esaurite in GaE e a coloro che hanno svolto più di 36 mesi di servizio per le scuole statali, anche in ottemperanza alla recente Sentenza della CURIA.  Parliamo di docenti che hanno deciso di dedicare la propria vita a questo lavoro per anni e anni, quando le regole, e quindi anche le prospettive e le aspettative, erano diverse. Dimenticando la storia dei concorsi di questo paese, dove non ci sono mai stati decorsi regolari, sempre finiti con una miriade di ricorsi onerosi in primo luogo per lo Stato, quasi sempre soccombente o per dolo o sfruttamento del precariato. Non vedo perché le cose dovrebbero cambiare improvvisamente. Anche nell’ultimo concorso si è aperta una nuova diatriba legale fra vincitori e idonei, modificata in corso d’opera a luglio 2014 e che ha consentito ad alcuni docenti di entrare in ruolo lo scorso primo settembre mentre altri, se passasse l’articolo della buona scuola, risulterebbero esclusi dal ruolo il prossimo anno. In fondo anche noi subiamo un discriminazione molto simile, infatti pur avendo le stesse caratteristiche dei docenti inseriti in GaE, risulteremmo fuori dal ruolo solo perché abilitati successivamente al 2006, magari con più titoli e servizio.  Molti di questi politici al Governo si giustificano facendo riferimento all’artico 97 della Costituzione che recita: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.” dimenticando appunto l’affermazione:  “SALVO I CASI PREVISTI DALLA LEGGE.” Ma non crede Presidente che sarà più importante il rispetto dell’articolo 3, inserito non a caso nei 12 principi della Carta Costituzionale, sull’uguaglianza di tutti i cittadini italiani.

Le chiedo per concludere, a nome di tanti colleghi nella mia stessa situazione, di adoperarsi affinchè il Governo ascolti il grido che proviene da quasi 80.000 docenti che quest’anno ricoprono incarichi annuali su cattedre vacanti, insegnanti che da anni servono con devozione e passione questo lavoro. Se il Governo ha legittimamente deciso di cambiare le regole, prima di farlo dovrebbe risolvere la questione di tutti questi precari che si trovano, non per loro colpa, nel mezzo di questo cambiamento radicale, evitando loro un’interruzione drammatica (LICENZIAMENTO), per iniziarne un altro che presenta grossissime incognite.

La politica credo non può fare a meno di confrontarsi con la realtà, risolverla e poi ripartire.

Domenico Bruni

docente precario nelle Scuole Pubbliche, con 12 anni di servizio su cattedre esaurite in GaE.

FLASH MOB 020

NON DIRE “NON LO SAPEVO”

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Non dire “non lo sapevo”

In questi giorni negli uffici del MIUR si sta consumando la più grande catastrofe ai danni della scuola che il nostro paese abbia conosciuto. Tutto questo, nelle prossime settimane, cambierà anche la tua vita.

Se vuoi continuare a svolgere questo lavoro è il momento di gridarlo forte!

Noi andremo a dirlo direttamente al Ministro dell’Istruzione il 17 marzo prossimo.

Se saremo in tanti non potranno  far finta di nulla.

Se il prossimo anno lavorerai o meno dipende anche da te e per favore, non dire poi:  “non lo sapevo”…

Il giorno 17 marzo 2015 per permetterci di essere tutti a Roma l’ANIEF ha indetto uno sciopero e in collaborazione con il Mida Precari stanno organizzando un Sit-In davanti a Montecitorio alle ore 14:30.

ll Coordinamento Docenti Precari Toscana aderisce e sappiate che per l’occasione l’ANIEF mette a disposizione un pullman per ogni regione il cui costo sarà coperto dallo stesso sindacato.

Siete pertanto pregati di partecipare tutti PAS TFA1 TFA2 SFP DIPLOMATI MAGISTRALI, quindi tutta la II FASCIA delle Graduatorie d’Istituto e anche la III FASCIA delle Graduatorie d’Istituto.

Tutti dobbiamo lottare insieme per non essere esclusi dalla Riforma “La Buona Scuola” del Governo  Renzi!!!!

Il Coordinamento Docenti Precari Toscana

Sit-in Piazza Montecitorio 17 marzo 2015
Gruppo CDP Toscana a Roma

 

Benvenuti!

Benvenuti nel nuovo sito del Coordinamento Docenti Precari della Toscana!

La forza che permette a un cavo di sollevare tonnellate di peso è il risultato di un insieme di fibre che si uniscono, si intrecciano e saldandosi permettono di scalzare macigni e ostacoli enormi.
Stare soli, sperando che il nostro semplice filo possa sollevare il nostro problema è stupido e arrogante.
Questa cosa mi è martellata in testa pesantemente in questi giorni. Spesso ho pensato a quanto fragile sia la nostra natura e condizione di docenti precari e quanta disperazione questa abbia generato in questi mesi. Per questo motivo vogliamo unire tutti i docenti precari della Toscana. Vi chiedo con questo nuovo progetto di condividere tutto: le vostre paure, le vostre ansie… ma soprattutto le vostre energie perché la nostra unione possa sollevare il peso che ogni giorno ci portiamo dentro.
Benvenuti a tutti voi. Proviamo ad andare avanti insieme!

Nicola Iannalfo

 

Associazione Culturale